IL GRIDO DI ALLARME DEL VATICANO CON IL CARD. PAROLIN: “SI RISCHIA L’ESCALATION INCONTROLLABILE E INQUIETANTE”

Poche parole, nette, diplomatiche ma al contempo sincere: il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, è intervenuto da Milano per commentare le notizie sempre più allarmanti di uno scontro a distanza Occidente-Russia che presto potrebbe anche divenire ravvicinato. E così il capo della diplomazia di Papa Francesco torna ad esporsi come già fatto diverse volte in questa lunga guerra in Ucraina: questa volta però con tono molto amaro, con poco spazio per “illusioni pacifiste”.



«La possibilità di utilizzare armi fornite dalla Nato anche sul territorio russo credo che debba preoccupare ogni persona che abbia a cuore le sorti del nostro mondo»: così il Segretario di Stato della Santa Sede sottolinea il grado di preoccupazione per le proposte partorire dal Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, accolte in questi giorni dall’Alto Rappresentante della Politica Estera Ue Borrell, dalla Francia di Macron, dalla Germania di Scholz e con la Casa Bianca di Biden che tentenna sul via libera all’uso di armi occidentali anche in territorio russo (dunque non solo per difesa di Kiev, come avvenuto finora). Secondo il cardinale Parolin, un via libera del genere potrebbe comportare «un’escalation che nessuno potrà più controllare: è una prospettiva davvero inquietante».



IL SEGRETARIO DI STATO PAROLIN SUI DIFFICILI SPAZI DI PACE E L’IMPEGNO DELLA CHIESA

Il Segretario di Stato del Vaticano ha parlato a margine della presentazione del nuovo libro “Al servizio dell’Italia e del Papa. Le tante vite di Bernardino Nogara (1870 – 1958)”, presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano assieme all’arcivescovo mons. Mario Delpini: intervistato poi al termine del convegno dal canale YouTube della Chiesa di Milano, il card. Parolin ha spiegato perché le operazioni di pace portate avanti da tempo dalla Santa Sede proseguono ancora in modalità molto lente.

Ad essere ancora più schietto, il prelato aggiunge: «Non sta procedendo in nessun senso, purtroppo». La Chiesa fin dall’inizio della guerra, per precisa volontà di Papa Francesco, è impegnata sul piano umanitario per quanto riguarda il ritorno dei bambini ucraini dalla Russia in patria: «Un meccanismo che è stato avviato con la visita del cardinal Zuppi a Kiev e a Mosca che sta portando dei frutti. Altri spazi non ci sono», conclude il cardinale. Lo scorso aprile, dialogando a Rimini con il quotidiano “Avvenire” era stato sempre Parolin a ribadire come la posizione della Chiesa di Cristo è sempre orientata verso la pace e i negoziati proposti da Papa Francesco: «la missione di Zuppi a Kiev è tutt’altro che conclusa», aveva aggiunto Parolin senza negare le oggettive difficoltà i dialogo tanto con Mosca quanto con l’Ucraina.



Sempre nel corso del convegno a Milano, il Segretario di Stato ha rivolto un nuovo appello al voto per le imminenti Elezioni Europee 2024, spiegando come l’approccio della Chiesa non sia mai «partitista», semmai ribadisce «è importante partecipare ed esprimere il proprio voto, perché questo significa attuare ed esercitare la democrazia». Secondo Parolin, occorre tenere sempre conto dei valori dei candidati che sono «vicini e affini alla sensibilità cattolica. Direi che sono questi i principi ai quali attenerci per quanto ci riguarda», conclude il diplomatico n.1 del Vaticano.