Il declino politico-culturale della Chiesa italiana preoccupa il cardinale Camillo Ruini, che in un’intervista con Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera ha parlato anche degli effetti della pandemia: «Questo declino non può non preoccupare – ha dichiarato il Cardinale – occorre reagire: un compito che spetta ai laici credenti, ma anche alla Chiesa come tale. Oggi è più difficile di qualche anno fa; ma non è impossibile». Se lo spazio all’interno dell’agenda politica di temi tradizionalmente cari alla Chiesa si è ormai ridotto, è anche vero – ha sottolineato Ruini – che «per assistere le persone colpite dalla pandemia hanno perso la vita, accanto a tanti medici e infermieri, anche molti sacerdoti e religiose. La Chiesa italiana si è confermata anche in questa occasione una Chiesa vicina alla gente». Il cardinale ha poi ricordato che «un rapporto sano e fecondo tra cattolici e politica passa attraverso la mediazione della cultura», escludendo ad oggi un’ipotesi di formazione di un partito cattolico in Italia: «Non vedo uno spazio del genere – ha detto Ruini –. I cattolici devono puntare sui contenuti dell’azione politica, individuati anche alla luce di una visione cristiana dell’uomo e della società; e devono collaborare con chi, cattolico o no, condivide tali contenuti. Oggi purtroppo in larga misura manca proprio l’attenzione a una visione cristiana». E a proposito della pandemia e di come ha cambiato il nostro modo di pensare alla morte ha osservato: «La fede in Dio cambia in profondità il nostro rapporto con la morte: oggi ne parliamo troppo poco. La pandemia ci ha fatto riflettere sulle cose che contano veramente. Speriamo di non dimenticarcene troppo presto».



IL CASO BECCIU E LA CORRUZIONE NELLA CHIESA

Sollecitato a esprimersi sul caso Becciu, Ruini ha dichiarato: «Non ho elementi per una mia valutazione personale. Vorrei dire però che i mezzi di comunicazione sono comprensibilmente attenti alle vicende negative; ma esiste nella Chiesa una moltitudine di persone e di comportamenti che sono invece decisamente positivi, e che la gente conosce perché ne fa esperienza. Per questo la Chiesa è sopravvissuta nei secoli alle sue peggiori crisi». «La corruzione – ha aggiunto Ruini –, specialmente in alto loco, è una delle più gravi piaghe della Chiesa. Da giovane pensavo che si trattasse di un problema del passato ormai remoto; ma mi illudevo. Continuo a sperare che ne usciremo, con l’aiuto di Dio e facendo ciascuno la propria parte». Se da un lato è innegabile la lotta che papa Francesco sta cercando di portare avanti su questo fronte, dall’altro lato si parla dell’esistenza di un movimento conservatore internazionale contro di lui: «In qualche modo, esiste – questo il commento di Ruini; ma ha varie accentuazioni e sfaccettature». «Solo pochi – ha commentato – possono davvero essere considerati “contro” Papa Francesco: ad esempio, non tutti coloro che hanno formulato qualche critica con intenti costruttivi».

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