Il cardinale Severino Poletto è morto. L’arcivescovo emerito di Torino si è spento nella serata di sabato 17 dicembre 2022 all’età di 89 anni, dopo avere a lungo lottato contro la malattia. Come si è appreso in queste ore, il decesso del porporato ha avuto luogo presso la casa di Testona di Moncalieri, dove l’ex vescovo di Fossano e Asti si era ritirato dopo avere rinunciato nel 2010 a guidare l’arcidiocesi torinese.



Come si legge sul sito internet di quest’ultima, originario di Salgareda (Treviso), dove era venuto alla luce il 18 marzo 1933, nel 1952 il cardinale Severino Poletto seguì la famiglia, emigrata nel Casalese. Proprio a Casale Monferrato entrò in Seminario Maggiore nel 1953 e venne ordinato prete il 29 giugno 1957. Viceparroco e poi parroco, fu sempre molto attento ai problemi sociali e del mondo del lavoro, a tal punto che il suo episcopato fu segnato dalla grave crisi che colpì la Fiat e nel 2000 promosse un importante convegno in cui la Chiesa torinese aprì un tavolo di confronto con tutte le istituzioni, le parti sociali, le agenzie educative, il sistema del credito con un obiettivo chiaro: valorizzare il dialogo reciproco. Non solo: nel dicembre 2007 fu tra i primi ad accorrere presso i familiari degli operai morti e feriti nel tragico rogo della ThyssenKrupp, in corso Regina Margherita a Torino.



SEVERINO POLETTO È MORTO: DIVENNE CARDINALE CONTEMPORANEAMENTE A… BERGOGLIO

L’arcidiocesi di Torino ricorda peraltro che Severino Poletto fu nominato cardinale da Papa Giovanni Paolo II il 24 febbraio 2001, contemporaneamente all’allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco. “Della sua attività pastorale – recita la nota – si ricorda soprattutto il grande piano di ‘missioni’, che coinvolse tutta la diocesi in un percorso pluriennale, concluso dalla ‘redditio fidei’ a Roma, di fronte a Papa Benedetto XVI. La Lettera pastorale ‘Costruire insieme’ (2001) è la sintesi e il programma del suo lavoro”.



Il cardinale Severino Poletto fu anche appassionato custode della Sindone: “Guidò le due ostensioni del 2000 e del 2010 (dove intervenne come pellegrino papa Benedetto XVI). Al cardinale si deve la decisione di realizzare lo straordinario lavoro di restauro del Telo, che ha permesso di ‘ripulire’ la Sindone da materiali accumulatisi negli ultimi secoli, dopo l’incendio di Chambéry del 1532, e che offre oggi un’immagine più chiara dell’icona”.