«Per il cammino del Sinodo ispiriamoci a San Giuseppe»: lo dice il Cardinal Luis Antonio Tagle, Prefetto di Propaganda Fide, nel presentare il Sinodo dei Vescovi voluto dal Santo Padre per accompagnare il 150esimo anniversario (nel 2021) della dichiarazione di San Giuseppe come patrono della Chiesa Universale. Il Cardinale si ispira poi alla “Patris Corde”, la lettera apostolica di Francesco scritta proprio in occasione di questa straordinaria dichiarazione compiuta dalla Santa Chiesa Cattolica 150 anni fa.
«San Giuseppe — nel suo farsi custode di Gesù e Maria anche se questo richiede “cambiare strada” — una figura che può ispirare la Chiesa nel processo sinodale avviato da Papa Francesco», spiega il Cardinal Tagle nell’intervista a “L’Osservatore Romano”. Una figura importante per tutti i padri – quali sono i vescovi per le proprie Diocesi – ma non solo: «La figura di san Giuseppe è giustamente collegata a quella dei padri. Ritengo tuttavia che lei abbia sottolineato correttamente che tutti noi battezzati possiamo trarre beneficio da quest’Anno speciale. Specialmente nei seguenti ambiti: spero che, come san Giuseppe, ogni battezzato sia attento alla voce e alla guida di Dio. Specialmente nei momenti di prova della vita. Inoltre, che tutti i battezzati abbiano fiducia in Dio per perseguire il disegno di Dio anche quando le cose non sono sempre chiare. Poi, anche per essere un buon “amministratore”, un guardiano, un custode del popolo che Dio ci affida», sottolinea il prefetto di Propaganda Fide.
IL SINODO E IL CAMMINO DELLA CHIESA
Una forza particolare quella di San Giuseppe, frutto di obbedienza, di “stravolgimento” della propria realtà fidandosi del Destino, ma anche profonda umiltà e silenzio: ancora il Cardinal Tagle segnala all’Osservatore Romano come dallo sposo di Maria possiamo imparare ancora molto. «Il Vangelo non riporta nessuna delle sue parole, ma lui custodisce la Parola di Dio nel silenzio. È Gesù che parla nel suo silenzio. Egli ha protetto il Verbo di Dio da coloro che volevano ucciderlo e metterlo a tacere. Pertanto, questo ci insegna una lezione. Anzitutto: il nostro desiderio di parlare, parlare, parlare. “È per me stesso o è per la Parola di Dio»?”», spiega il prelato di origini filippine. Il silenzio, in un mondo dominato dall’imperante uso della “parola”, sembra quasi essere considerato “di serie B”: e invece, chiosa Tagle, «il silenzio è il discorso più potente. Anche Gesù, quando venne giudicato da Pilato, a un certo punto tacque. Ma nel suo silenzio, chi veniva giudicato? Fu il sistema corrotto a essere svelato nel silenzio di Gesù. Penso dunque che Gesù imparò il silenzio da san Giuseppe». Guardando al cammino sinodale appena cominciato in Vaticano, conclude il Cardinal, vi è un «camminare» che San Giuseppe mostra alla Chiesa: «Egli ha percorso sentieri pericolosi con Maria e Gesù, guidato dalle indicazioni dell’angelo di Dio. È un camminare che significa protezione, che significa prendersi cura. Speriamo di poter sviluppare, durante il processo sinodale, questa capacità di amare Gesù, di amare la Chiesa. E anche se ci saranno delle osservazioni non sempre positive, lo dobbiamo fare per sollecitudine, per amore, di modo che il nome di Gesù venga proclamato e preservato».