A pochi giorni dall’elezione, il cardinale Matteo Zuppi è stato protagonista della prima conferenza stampa da nuovo presidente dei vescovi italiani. Non mancano gli annunci degni di nota: il numero uno della Cei ha affermato che il primo report annuale sugli abusi su minori nel clero e le attività di prevenzione in Italia sarà pubblicato entro il 19 novembre 2022.
Secondo quanto evidenziato dal cardinale Zuppi, si lavora per definire entro quella data la ricerca sui casi “custoditi dalla Congregazione per la Dottrina della Fede” tra il 2000 e il 2021. “Abbiamo scelto una strada nuova, una strada italiana” sul tema degli abusi, l’analisi del cardinale, che ha ribadito il “pensiero sempre per le vittime, il loro dolore è la prima preoccupazione”. La Chiesa è al fianco delle vittime di soprusi, ha proseguito il nuovo presidente Cei: “Non c’è nessuna volontà di copertura, è solo un problema di serietà. Non abbiamo interesse a suonarcela e cantarcela da soli, vogliamo una chiarezza vera”.
Card. Zuppi: “Abusi, priorità a dolore vittime”
Nel corso del suo lungo intervento, il cardinale Zuppi si è soffermato sulla strategia in campo per la crisi degli abusi sui minori e ha delineato cinque linee di azione “per una più efficace prevenzione del fenomeno”. L’indagine non sarà svolta da istituti indipendenti, ma è prevista una collaborazione. “Ci prenderemo le botte che dobbiamo prenderci, ci prenderemo le nostre responsabilità”, ha precisato il religioso, aggiungendo che è previsto anche “l’accompagnamento degli abusatori”: “Siamo una madre: tuo figlio è sempre tuo figlio”. Il cardinale Zuppi ha poi acceso i riflettori sulla “piena collaborazione con il ministero della Famiglia all’interno dell’ Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile”. Un piano imponente, definito per tracciare un solco e garantire giustizia e verità.
Non sono tardate ad arrivare le reazioni alle parole del presidente Cei. “Sono molto deluso dalla Cei, i presupposti sono miseri”, le parole di Francesco Zanardi, presidente della Rete l’Abuso e vittima di un prete pedofilo, ai microfoni di Adnkronos: “Credo che questa sia la prima Conferenza episcopale nel mondo che va controcorrente. Ora la Chiesa non paga le vittime anche se i i soldi servono per curarci. Il problema è che le vittime prima del 2000 non vedranno riconosciuto neanche il fatto di essere stati stuprati. L’Italia doveva dare il buon esempio avendo il Vaticano in casa invece non coinvolge nemmeno la magistratura e fa tutto in casa”.