Il caso Ferragnez e l'amaro giudizio del Presidente CEI Card. Zuppi: “inutile zuccherone, sono vittime del loro stesso meccanismo”. Il Papa attacca i social
IL “MECCANISMO FERRAGNEZ”: LA DURA CRITICA DAL PRESIDENTE DELLA CEI CARD. ZUPPI
Il fatto che anche il Presidente della CEI Card. Matteo Maria Zuppi sia arrivato a parlare del “caso mediatico” di Fedez e Chiara Ferragni, la dice lunga su quanto nell’opinione pubblica comune sia entrato in questi anni il “fenomeno” Ferragnez, ora in completa fase disgregativa con l’ultima serie di accuse e contraccuse alimentate dal “principe” del gossip Fabrizio Corona. L’occasione perché la Chiesa italiana si sia “pronunciata” sul gossip dell’anno (sebbene il 2025 sia appena cominciato, ndr) è fornita dall’ultimo incontro organizzato dalla Diocesi di Bologna in occasione della festa di San Francesco di Sales, il patrono cattolico dei giornalisti: alla presenza dell’arcivescovo Zuppi, i vescovi italiani hanno lanciato un appello ai colleghi di carta stampata e giornalismo online, per promuovere una comunicazione ricca di speranza senza «alimentare illusioni e paure».
Ebbene, è proprio parlando davanti all’Istituto Veritas Splendor che il cardinale Zuppi ha citato il caso dei Ferragnez su cui l’intera stampa italiana si è riversata negli ultimi giorni: le vicende di Fedez, Chiara Ferragni (e dei figli minorenni e innocenti) e Corona rappresentano un’immagine emblematica del mondo che viviamo oggi. Secondo il prelato, gli ormai ex marito e moglie sono tragicamente vittime «del loro stesso meccanismo»: secondo il Card. Zuppi, il fatto che abbiamo circa 100mila followers sui social significa che ci sono almeno 100mila persone che ogni giorno scelgono coscientemente di guardare dal buco della serratura tutto quanto i Ferragnez dicevano e facevano. L’invito del Presidente CEI, che parlava rivolgendosi soprattutto ai giornalisti che si sono imbattuti nel caso Ferragnez, è quello di poter e dover comunicare di molto più bello: traendo spunto al Giubileo 2025 appena cominciato, per Zuppi serve «comunicare speranza, dovete far vedere i rilessi della bellezza di Dio».
DALLA REALTÀ AI SOCIAL, LA CONDANNA DI PAPA FRANCESCO: “NON CI SI METTE IN GIOCO PER DAVVERO”
Quello invece avvenuto sul fronte Ferragnez, conclude laconico il Presidente dei vedovi italiani, è un enorme e inutile «zuccherone»: niente sensazionalismi, niente narrazioni sterili o, appunto, «inutili» e niente stravolgimento della vita privata per chiunque, anche per chi dell’esporre l’intera vita mediatica sui social ci ha costruito un impero come Chiara Ferragni e appunto Fedez.
Secondo Zuppi il mondo è cambiato e con esso anche la Chiesa giocoforza deve imparare a farci i conti: serve infatti un nuovo dialogo per parlare al grande pubblico, ma non per questo bisogna farsi travolgere dai casi in stile Ferragnez che purtroppo subiscono un meccanismo che a loro volta hanno “inflitto” e migliaia e migliaia di followers. Secondo quanto spiegato poi ieri nei vespri della Festa della Presentazione del Signore al Tempio – alla vigilia della Giornata giubilare della vita consacrata – anche Papa Francesco non ha lesinato una dura reprimenda sull’utilizzo dei social e sugli effetti che producono nella vita di tutti i giorni. Per il Santo Padre la società di oggi ci invita a parlare moltissimo ma ascoltare praticamente mai: in questo senso i social network si tramutano da strumenti utilissimi per comunicare, a «luoghi dove potersi scambiare fiumi di parole e foto senza mai davvero incontrarsi». Il problema che si evidenzia tanto nell’analisi di Zuppi quanto in quella di Papa Francesco è che, dai Ferragnez a tantissimi altri esempi, non ci si mette veramente ma in gioco l’uno per l’altro: serve ascoltarsi di più, «serve accogliere l’altro come un messaggio e un tesoro per me», conclude Bergoglio.