10 ANNI CON PAPA FRANCESCO: IL COMMENTO DEL CARDINAL ZUPPI
Papa Francesco è il Pontefice del Vangelo: a dirlo è il Presidente della CEI, Cardinal Matteo Maria Zuppi, nell’intervista ad “Avvenire” per celebrare i 10 anni del Pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Dalla semplicità alla essenzialità, ma anche radicalità del Vangelo: per questo il Capo dei vescovi italiani vede in Papa Francesco l’esempio incarnato del Vangelo nella nostra contemporaneità. «Un Vangelo che parla al cuore degli uomini anche oggi e che ha ancora tanto da dire per consolare e per aprire al futuro ogni persona»; secondo il Cardinal Zuppi, il paragone non è “impossibile”, «Papa del Vangelo? Mi ricorda la semplicità con cui Gesù parlava alle folle». Intendiamoci, il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana non intende certo dire che gli altri Pontefici non comunicassero il Vangelo: il punto è che Bergoglio «sa comunicare il senso di un Vangelo vicino. Sa tradurre il messaggio evangelico liberandolo dalle precompressioni, in modo che tutti si sentono compresi in questa sua capacità di arrivare al cuore».
Molti nessi con la tradizione – a cominciare dall’aver adottato la “Lumen Fidei” praticamente scritta interamente da Benedetto XVI aggiungendo solo alcuni suoi elementi, ma anche il costante richiamo al Concilio Vaticano II e al Pontificato di Papa Paolo VI – eppure anche diversi elementi di “discontinuità”: secondo l’arcivescovo di Bologna, Papa Francesco ha innovato con quella richiesta alla folla un attimo dopo esser stato eletto Santo Padre in Conclave: «ha chiesto di pregare Dio perché lo benedicesse, prima ancora di dare lui la benedizione. A mio parere lì c’è una discontinuità rispetto al rapporto tra il suo servizio e il popolo di Dio». Poi il viaggio a Lampedusa per l’attenzione ai migranti, il costante dialogo per avere consigli dal Papa Emerito Benedetto XVI e il grande impegno sociale, con un distinguo, sono i grandi tratti di novità portati da Francesco.
CARD. ZUPPI: “MAGISTERO PAPA FRANCESCO UNISCE SPIRITUALE E SOCIALE, ERRORE DIVIDERLI”
È un Pontificato molto fecondo in quanto «unisce l’ortoprassi e l’ortodossia. Lo spirituale e il sociale. Aiutandoci a capire sia l’uno sia l’altro singolarmente ma anche quanto siano strettamente uniti»: per il Cardinal Zuppi pensare di dividere questi due aspetti, pensando cioè che Papa Francesco interpreti solo l’aspetto sociale, è un grave errore. «Significa non accorgersi della potenza complessiva del suo messaggio»: ancora ad “Avvenire” il Presidente della Chiesa italiana esalta il lavoro della “Gaudete et Exsultate” in quanto presenta «una sentito possibile per tutti. Ed è ciò che unisce lo spirituale al sociale, con uno spirituale non ridotto a intimismo o evasione dal mondo ma dove siamo aiutati a toccare la presenza di Cristo».
Gli aspetti per cui ad oggi la Chiesa e il mondo sono stati “avvicinati” dall’impegno del Magistero di Papa Francesco sono anche qui molteplici: «la Chiesa vicina, madre che parla e non ha timore di esporsi, la Chiesa che non ha paura di sporcarsi con il mondo. Che non vede il contagio fuori ma il contagio dentro, che non si difende ma incontra», questo è passato maggiormente. Mentre per Zuppi il tema della sinodalità in corso nel Sinodo prova proprio a discutere di quanta distanza ancora rimanga tra la Chiesa nel mondo e il mondo stesso: «una domanda non retorica che aiuterà la Chiesa a completare il Concilio a vivere con degli strumenti adeguato il suo essere comunità e la sua missione nel mondo».