LA GUERRA “INCONTROLLABILE” E LA “LOGICA” DELLA VIOLENZA: L’INVITO ALLA PACE CON IL CARDINALE ZUPPI
Se su “La Repubblica” si era concentrato sul dramma e il parallelo tra il mondo di oggi e quello funestato dalla Seconda Guerra Mondiale, nell’intervista odierna al “Sole 24 ore” il Cardinale Matteo Maria Zuppi sottolinea il grado di assoluta “logica” che purtroppo imperversa nell’evoluzione della guerra a livello globale. Dal Medio Oriente all’Ucraina fino all’Africa e al Sud-est asiatico: i teatri dei conflitti mondiali purtroppo non si contano e il tentativo di tenere “sotto controllo” il rischio escalation da parte della comunità internazionale è quanto di più utopico e inutile, secondo il Presidente dei vescovi italiani, nonché responsabile della missione di pace in Ucraina su nomina diretta di Papa Francesco.
L’impegno va continuato finché permane uno spazio umanitario, con Kiev e Russia che si sono detti disponibili a continuare il dialogo con il n.1 della CEI: la sofferenza umanitaria è terribile e per questo l’appello di pace profuso da Papa Francesco verso una nuova tregua di Natale deve assolutamente essere seguito, secondo il Card. Zuppi. «Ci preoccupiamo troppo poco della guerra», rileva l’arcivescovo di Bologna dalle colonne del “Sole 24”, la Chiesa dovrebbe organizzare una veglia tutte le sere per la pace visto i rischi globali che si stanno accendendo man mano nei vari teatri di guerra. Per il prelato italiano la guerra di suo ha una logica e una volontà “ferrea” di difficile controllo: nessuno può pensare di controllare in maniera agevole un conflitto, prosegue Zuppi nel mettere in allarme i responsabili delle nazioni. La violenza stessa, continua, «ha una evoluzione geometrica che può evolvere purtroppo sempre al rialzo», se non si trovano al più presto soluzioni alternative.
IL GIUBILEO, I CARCERATI E LA SPERANZA CON PAPA FRANCESCO
Le piccole speranze in arrivo dal Medio Oriente – dove la tregua in Libano regge e dove si ipotizza un simile accordo tra Hamas e Israele per la guerra a Gaza – si iniziano a scorgere ma l’impegno della diplomazia mondiale è tutt’altro che concluso: serve un maggiore impegno e la Chiesa continua imperterrita a proporre la preghiera, a maggior ragione con l’inizio settimana prossima del Giubileo 2025 dedicato al tema della speranza.
Come spiega ancora il cardinale Zuppi nella sua intervista sul “Sole 24 ore”, la preghiera non deve rimanere un gesto isolato, dal sapore vagamente “irenista”: la preghiera fa nascere l’impegno per la pace, ognuno secondo i ruoli e le responsabilità che gli competono (dalla solidarietà all’accoglienza fino alla promozione dei diritti umani). L’attenzione ai carcerati che riemerge anche all’interno della bolla di indizione dell’Anno Santo in arrivo, va di pari passo con la promozione della pace e della speranza: il giorno di Santo Stefano, Papa Francesco provvederà ad aprire una Porta Santa all’interno del carcere di Rebibbia dimostrando «una grandissima attenzione nel vedere quel mondo come parte del nostro e non in disparte». Il Giubileo che si aprirà nella notte di Natale, secondo il Presidente della CEI, sarà l’occasione di una grande “riparazione”, mostrando come la giustizia stessa debba sempre in qualche modo essere ripartiva.
Chi più di tutti ha scommesso sul Giubileo “riparativo” e sul motto della “speranza” è proprio Papa Francesco, fresco 88enne da ieri, e «pellegrino di speranza con i suoi viaggi verso le periferie del mondo»: per il Cardinale Zuppi la sua testimonianza è preziosa per l’intera comunità mondiale, non solo per la Chiesa Cattolica. Serve infatti a ricordare a tutti come l’affondare i problemi del mondo con la fede – come fanno le persone credenti – è tutt’altro che un’utopia: parlare di “Speranza” non è un modo zoppicante di approcciarsi alla cruda realtà, la speranza è una certezza, quella testimoniata da Cristo e che riecheggerà lungo tutto l’anno giubilare in arrivo, «la Speranza è la via forte e resistente» per affrontare il mondo complesso di oggi.