IL DIALOGO FRA CACCIARI E IL CARD. ZUPPI SULLA GUERRA IN UCRAINA E LA “SCOMPARSA” DELL’EUROPA

Come se non bastassero due guerre che intimoriscono l’Europa appena al di là delle frontiere, dall’Ucraina al Medio Oriente, l’impressione che il Vecchio Continente non riesca non solo a “mediare” ma anche solo a impostare un dialogo è ciò che più preoccupa il Presidente della CEI, cardinale Matteo Maria Zuppi. Nel recente dialogo con il professore ed ex sindaco Massimo Cacciari al Festival della Politica di Mestre, l’arcivescovo di Bologna nonché incaricato da Papa Francesco della “missione speciale di pace” in Ucraina riflette sulle gravi mancanze dell’UE davanti allo scempio internazionale in corso.



«Una delle cose che ci deve preoccupare di più è che l’Europa non c’è. L’assenza dell’Europa o la sua inconcludenza è veramente preoccupante per tutti»: l’accusa lanciata da Zuppi è che dopo decenni di pace, l’Europa abbia dato per scontato e per “assodato” l’assenza di conflitto tanto da rimanere inermi e “sonnambuli” davanti alle stragi che da due anni imperversano appena al di là dei nostri Stati. «Non abbiamo fatto la manutenzione, abbiamo sempre pensato che tanto la pace c’era», spiega ancora il Card. Zuppi riprendendo quanto già Papa Francesco spesso ripete sul tema della guerra.



ZUPPI (CEI): “SIAMO IRRAGIONEVOLI E SONNAMBULI, SERVE LA LOGICA DEL DIRITTO E NON DEL RIARMO”

Fuori dalla ragione e “addormentati” davanti alla realtà: è molto dura la reprimenda che l’arcivescovo Zuppi compie nei confronti del popolo e soprattutto delle istituzioni europee: secondo quanto spiegato dallo stesso capo della CEI al Festival con Cacciari, a livello generale vi è un «gap di ragione» che impedisce alla modernità occidentale di ragionare al meglio. Si corre al riarmo senza fermarsi ma al contempo non si cerca di recuperare in Europa la centralità di potere e credibilità che pure v’era qualche decennio fa.



Secondo Zuppi occorre seguire la Costituzione italiana quando dice che non basta il “ripudio della guerra” ma quando nell’articolo 11 sottolinea la necessità di cercare sempre la logica del diritto e non del più forte. Citando l’ultimo rapporto del CENSIS, il Card. Zuppi critica cittadini e istituzioni «sonnambuli davanti alla realtà, facciamo fatica a capire la catastrofe. E non siamo ragionevoli». La guerra è una catastrofe infatti che riguarda gli altri per ora ma potrebbe ben presto coinvolgere noi in prima battuta: in uno dei primissimi viaggi di Papa Francesco nel 2013 a Lampedusa ebbe a dire che la modernità vive dentro una “bolla di sapone” senza che noi ci si renda conto che fuori un mondo è in subbuglio nel caos più completo.

Tornando alla sua missione di pace, tutt’altro che semplice (come ha avuto modo di ribadire anche di recente lo stesso Presidente dei vescovi italiani), Zuppi ribadisce come una pacificazione sia ancora più indispensabile, in quanto «la pace è la vita». Nell’intervista resa in esclusiva al “Sussidiario” in occasione del Meeting di Rimini 2024, l’arcivescovo di Bologna ha parlato dell’odio prodotto dalla guerra che può essere fermato, anzi «spezzato» solo dalla logica del perdono: per questo motivo il negoziato in Ucraina è ancora più essenziale, unico modo per interrompere la guerra in corso da oltre due anni. L’Europa deve spingere sul tasto del negoziato e della tregua ma finora non ha saputo interpretare tale ruolo, anzi, con la corsa al riarmo ha se possibile peggiorato la situazione: «la speranza», ci raccontava a fine agosto lo stesso Card. Zuppi, si basa sul dono della pace che Gesù ha affidato ai cristiani, «si nutre della preghiera e questa nutre, a sua volta, la concretezza della speranza».