GLI INCONTRI DEL CARDINALE ZUPPI IN CINA PER UNA “PACE GIUSTA”. PECHINO: “PRONTI A COLLABORARE”
Come nelle tre precedenti “tappe” della missione di pace organizzata da Papa Francesco, anche per il viaggio in Cina del cardinale Matteo Maria Zuppi non si ha un’agenda ufficiale con gli incontri e le trattative diplomatiche il Presidente della CEI metterà in campo tra oggi e domani prima del ritorno in Vaticano. «Cercare con fiducia il dono della pace, che è un dono per tutti e che tutti devono trovare. Quello che ci spinge è di cercare di tessere la tela della pace»: così parlava l’arcivescovo di Bologna prima di partire alla volta di Pechino per la quarta e ultima “missione di pace” per cercare di trovare una via irta sulla tregua in Ucraina.
Dopo le aperture di Papa Francesco a rinnovati rapporti con la Cina, la missione di Zuppi è molto delicata perché tra tutti i partner finora incontrati, Pechino è l’unico davvero in grado di esercitare una influenza ingombrante sulla Russia di Putin: partendo magari dai quel piano in 12 punti presentati da Xi Jinping lo scorso febbraio per provare a far terminare la guerra. Sebbene ancora non sia confermato l’incontro tra Zuppi e il Premier cinese Li Qiang, di certo le interlocuzioni sono molto attive in queste ore a Pechino con i vari canali istituzionali e diplomatici del regime comunista. Importante intanto il messaggio dato ieri dal portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning: «Siamo disposti a lavorare con tutte le parti per continuare a svolgere un ruolo costruttivo nel promuovere la distensione e il raffreddamento della situazione».
MISSIONE DI PACE IN CINA, SPUNTA IL “PIANO” DI XI JINPING
La ricerca di una pace “giusta”, come più volte ribadito dal cardinale Zuppi e dallo stesso Papa Francesco, è l’autentica sfida di questo delicato viaggio in Cina dell’inviato del Vaticano: una “duplice tela” quella che tocca produrre alla Chiesa Cattolica, impegnata a dialogare con Pechino per migliorare il fragile Accordo tra i due Paesi (rinnovato ogni due anni già tre volte) e per condurre finalmente in porto una svolta nella guerra in Ucraina. «La guerra è un incendio terribile, che non risparmia nessuno. Quello che ci spinge è di cercare di tessere la difficile tela della pace», ha sottolineato il presidente della CEI all’arrivo a Pechino.
Non sono pochi gli osservatori che vedono nella missione in Cina del cardinale Zuppi una potenziale «tappa risolutiva», tanto per l’impegno profuso dall’arcivescovo quanto per l’importanza del Paese incontrato: come spiega il professore Giovanni Paolo Ferrari (ricercatori di Sociologia all’università di Salerno), intervistato ieri dal “Fatto Quotidiano” sulla missione di pace del Papa, «la Cina è la tappa risolutiva» e inoltre «Xi ha già un piano». Si tratta del piano in 12 punti del Presidente cinese, con qualche accorgimento per rendere il tavolo delle trattative finalmente attivo: «la missione cinese è di estrema importanza: una buona occasione per intavolare un tavolo di pace serio e discutere di una possibile tregua che non vada a discapito dell’una o dell’altra parte nel conflitto cioè che non umili la Russia, né renda l’Ucraina succube della conquista russa», conclude il docente. Al di là delle tensioni che permangono tra Vaticano e Ucraina dopo il discorso di Papa Francesco ai giovani russi, la possibilità di incanalare un negoziato con l’aiuto della Chiesa e della Cina non è così remota: a Zuppi non lo spaventa il possibile fallimento, in quanto «Se non fai niente non fallisci, ma non fai niente. È sempre meglio provare».