LA LEZIONE DEL CARDINALE ZUPPI SULLA PACE (NON SOLO IN MEDIO ORIENTE)
Il Presidente della CEI, cardinale Matteo Maria Zuppi, ha tenuto lo scorso 29 aprile una “lectio magistrals” al Dipartimento di Scienze diplomatiche del Polo universitario di Gorizia per raccontare da vicino l’impegno della Chiesa per la pace: dall’Ucraina al Medio Oriente, dai Balcani all’Africa, i conflitti in corso da tempo rappresentano per Papa Francesco i tanti “piccoli” pezzi di una “terza guerra mondiale” sempre più incontrollabile e “schizofrenica”.
Davanti ai futuri diplomatici, il Card. Zuppi ha tenuto la lezione dal titolo “Per la pace. Le risorse della diplomazia umanitaria” spiegando anche le varie tappe intraprese in questi ultimi due anni dopo aver ricevuto da Papa Francesco la responsabilità della “missione di pace” per la guerra in Ucraina: «negoziare non deve essere mai una resa», riprendendo così quanto già affermato dal Santo Padre e dal Segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin. Nella terra di confine per eccellenza come Gorizia, Zuppi traccia l’importanza capitale del dialogo come unico antidoto alla “logica del più forte”, la quale «non risolve i conflitti ma li peggiora». Serve camminare insieme anche perché la divisione è nemica feroce del cristianesimo: «La divisione (anche se qualcuno la pensa con zelo malposto) è sempre divisione, sempre. E il divisore si chiama diavolo. Per tutti e non c’è giustificazione per nessuno».
ZUPPI: “SERVE POTENZIARE LA DIPLOMAZIA, NON SIAMO ISOLE
Entrando nelle pieghe delle guerre che terrorizzano l’intera comunità internazionale, il Presidente della CEI ribadisce che tanto in Ucraina quanto in Medio Oriente, «se non c’è il cessate il fuoco e l’appello non viene raccolto, è motivo di ulteriore sofferenza e il fuoco produce altro fuoco». Sempre nella “lectio” di Gorizia, il cardinale e arcivescovo di Bologna spiega come mai la Chiesa abbia a cuore tutti i popolo e tutte le sofferenze patite nelle guerre stare in ogni parte del mondo: «Ci riguardano tutte le guerre, anche quelle che sembrano più distanti e circoscritte. Sono sempre davvero dei pezzi della guerra mondiale. Ci preoccupano molto e dobbiamo davvero continuare a fare di tutto per arrivare alla pace. Ecco perché il Papa chiede il cessate il fuoco con tanta insistenza».
Secondo Zuppi serve potenziare il più possibile la diplomazia, credere nello sforzo di negoziare la pace e non banalizzare i contesti diplomatici: «è ciò che può permettere l’identificazione degli strumenti tali da risolvere i conflitti che ci sono e ci saranno non con la logica del più forte o con quella delle armi, che è temibile, oltre che inaccettabile e non risolve mai i conflitti, ma li peggiora, bensì con il diritto». Secondo il Card. Zuppi, oggi come non mai v’è bisogno di parecchia diplomazia e anche di diplomazia umanitaria: «di quelli che si occupano di umanitario, che tendenzialmente dovrebbero essere tutti, perché non siamo isole, possano aiutare la diplomazia, cioè a intendersi, costruire ponti, imparare un linguaggio comune, a conoscersi», conclude il prelato secondo quanto riportato da ANSA e “Avvenire”