LA SANTA MESSA PER L’ANNIVERSARIO DI DON LUIGI GIUSSANI A BOLOGNA
Si è celebrata lo scorso 20 febbraio presso la Cattedrale San Pietro di Bologna la Santa Messa per il 18esimo anniversario della morte del Servo di Dio Don Luigi Giussani (22 febbraio 2005), unito al 41esimo anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione da lui fondata. Ha presieduto la celebrazione il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana nonché Arcivescovo di Bologna, Card. Matteo Maria Zuppi: «è la compagnia, l’unità dei credenti in ogni momento e aspetto della vita, la caratteristica della missione di Don Luigi Giussani», ha detto il prelato nell’omelia della Santa Messa preso la basilica centrale di Bologna.
Nelle celebrazioni di un anno fa, quando si festeggiava anche il centenario dalla nascita di Don Giussani, l’Arcivescovo Zuppi sottolineava la centralità della comunione in unità con la paternità di Dio: «obbedire, senza però fare mancare la libertà dell’intelligenza e della fede. La paternità, infatti, non possiede, anzi aiuta a essere se stessi nella circolazione di amore che unisce le nostre persone e le coinvolge tutte. La comunione non può essere un riferimento evanescente per evitare allergie a cristiani ridotti a monadi, troppo individualisti e disabituati a pensarsi assieme. La Chiesa è comunione e ognuno ne è espressione e protagonista». Ricordando proprio i 100 anni dalla nascita di Don Giussani, Zuppi ringraziava per «per l’umanità e la libertà della sua fede, per la passione e l’intelligenza con cui ha cercato le domande delle persone, quelle profonde, che non sopportano filtri, precomprensioni, contrapposizioni. Ha saputo trovare, e non era affatto scontato, la domanda spirituale nei cuori delle persone, innamorato dell’umano perché innamorato di Cristo, interessato all’esperienza e non a laboratori pieni di intelligenti interpretazioni ma poveri di vita».
CARD. ZUPPI, OMELIA MESSA DON GIUSSANI: “COMPAGNIA DI INNAMORATI DI CRISTO”
Nell’omelia della Santa Messa di questo 2023 invece, il Cardinale Matteo Zuppi si è soffermato sull’originalità degli inizi della compagnia umana che si affezionò all’insegnamento paterno, fraterno e innovativo del Servo di Dio Don Luigi Giussani. «All’inizio dell’avventura di Don Giussani c’era il non volere accettare che tanti ragazzi non conoscevo Cristo vivo e che questo incontro li rendesse se stessi». Il fondatore di CL non si accontentava di una fede che «non cambia la vita», rileva ancora l’Arcivescovo di Bologna citando Don Giussani, «il potere lo abbiano noi, perché tutto è possibile a chi crede».
Zuppi ha voluto poi ricordare un passaggio di un pensiero illuminante di Benedetto XVI, grande amico di Don Luigi Giussani di cui presiedette il rito funebre nel 2005: «il cristiano viene inserito in una compagnia di amici che non lo abbandonerà mai nella vita e nella morte, perché è la famiglia di Dio, che porta in sé la promessa dell’eternità. Lo accompagnerà anche nei giorni della sofferenza, nelle notti oscure della vita: gli darà consolazione, contro, luce. Gli darà parola di vita eterna». Ebbene, tale compagnia – ha aggiunto nell’omelia ancora il Capo dei vescovi italiani – è aperta e non può divenire setta: «la compagnia diventa servizio al mondo e per questo si rinnova continuamente, crescendo nella fedeltà». Citando ancora l’esempio e l’insegnamento di Don Giussani, Zuppi ricorda il tema della caritativa, centrale nel Movimento di Comunione e Liberazione: «non è una buona azione, non è un volontariato, ma è parte di questa compagnia e diventa amicizia, relazione, condivisione come ha fatto Cristo che, cito Giussani, “per amarci non ci ha amdnato le sue ricchezze, ma si è fatto misero come noi”». È una compagnia di “innamorati di Cristo” quella che, conclude il Card. Zuppi, seguiva Don Giussani e per la quale il Servo di Dio ha donato tutta la propria esistenza.