Il cardinale Angelo Bagnasco, durante il convegno “Partire senza costrizioni. Liberi di rimanere” organizzato dall’associazione LabOra e Fondazione Farefuturo, su iniziativa del consigliere regionale Matteo Forte (Fdi), ha incontrato Maryan Ismail, prima donna imam in Italia. Dopo il discorso dell’arcivescovo, Ismail ha all’ex presidente della Cei di fare in modo che la Chiesa non accetti automaticamente l’islam maggioritario, ma aiuti quello moderato ad emergere. Il cardinale, nel suo discorso, aveva parlato del “fattore religioso per una possibile convivenza” parlando di “un diritto di restare e un diritto di partire dalla propria terra alla luce della piena legalità, sapendo che qualunque diritto è legato a un bene vero per sé e per gli altri”.



Il problema, secondo Bagnasco, è che “si parla di diritto senza riconoscente il fondamento”. “Questa base fondativa è la persona stessa, ciò che la qualifica in quanto umana, e che precede le note specifiche dei singoli individui” ha detto il cardinale. “Come credenti, sappiamo che questo fondamento rimanda a Dio creatore, come esseri razionali siamo rimandati alla comune natura e al dono della ragione, nonché alla responsabilità di usarla correttamente. Nella prospettiva della dignità umana, è lesivo parlare dei processi migratori in termini strumentali, cioè come se colui che emigra fosse “forza-lavoro” anziché una persona unica e irripetibile. In nessun ambito, a nessun livello e per nessun motivo (economico, sociale, interesse politico, religioso, prestigio personale o associativo) è lecito servirsi degli altri servendoli. Ciò sarebbe indegno perché è una forma di sfruttamento camuffato, un male vestito di bene”.



Cardinal Bagnasco: “Contrastiamo chi sfrutta i migranti”

Per Angelo Bagnasco, cardinale, “nella visione cristiana, la laicità dello Stato trova la sua affermazione nella distinzione evangelica tra Dio e Cesare. Questa distinzione non afferma uno Stato moralmente neutro verso qualunque opzione comportamentale: accogliere tutti non vuol dire accogliere tutto“. Dunque, “se così fosse, in realtà non si accoglierebbe nessuno, poiché accettare tutto e il suo contrario non crea un volto da offrire, un grembo in grado di abbracciare chiunque, ma piuttosto una realtà fluida che non crea appartenenza: e senza senso di appartenenza non c’è casa”.



Secondo l’ex presidente della Cei, “questa base fondativa è la persona stessa, ciò che la qualifica in quanto umana, e che precede le note specifiche dei singoli individui”. Il cardinale ha proseguito: “Come credenti, sappiamo che questo fondamento rimanda a Dio creatore, come esseri razionali siamo rimandati alla comune natura e al dono della ragione, nonché alla responsabilità di usarla correttamente”. Per l’arcivescovo emerito di Genova, il fenomeno migratorio essendo “su scala mondiale” va affrontato da tutti con “intelligenza e onestà”. Bagnasco ha chiesto che le grandi istituzioni mondiali si impegnino in una “massiccia e severa azione di contrasto verso coloro che – criminali e organizzazioni criminali – sfruttano i migranti“.