“Quello della natalità è un tema decisivo ed è importante vedere come, ognuno per strade diverse, tutti giungano a percepirlo come centrale”. Il grido d’allarme arriva dal cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. Intervenendo alla prima tappa del “Tour della natalità”, promosso dagli Stati generali della natalità, in corso nel capoluogo emiliano, il religioso ha aggiunto che “serve un’alleanza che metta da parte, come già diceva Papa Giovanni XXIII, ciò che ci divide e ci faccia scegliere ciò che ci unisce. Serve un sistema Paese che dia sicurezze, che punti sul benessere e sulla stabilità economica e lavorativa, senza dubbio. Ma serve anche, e forse soprattutto, una riscoperta del gusto di una vita senza paura: la famiglia, dice Papa Francesco, è cantiere di speranza ed è qui che la vita si mostra nella sua piena forza. Una forza che si comprende appieno solo donando la vita a qualcun altro: un figlio nato, uno adottato, uno incontrato e accolto”, riporta Il Sole 24 Ore.



I giovani italiani vorrebbero figli ma non sono inseriti in un “ecosistema sociale, legislativo, economico” adeguato. Per questo motivo “la scelta viene ritardata sempre di più trasformandosi spesso in un’implicita rinuncia”. Non a caso “siamo il Paese in Europa con età media più tardiva a cui si arriva ad avere il primo figlio e la natalità media più bassa, appena 1,24 figli per coppia contro gli 1,8-1,9 di Paesi come Svezia e Francia, le realtà più vicine alla soglia desiderata di 2 figli per coppia: una scelta da ricondurre alle difficoltà dei giovani nel conquistare una propria autonomia dalla famiglia, con accesso ad abitazione e ingresso solido nel mondo del lavoro”: a dirlo è Alessandro Rosina, demografo e ordinario alla Cattolica di Milano, che ha preso parola dopo il cardinal Zuppi, suffragando la sua tesi.



Calo della natalità, Roccella: “Al centro del dibattito del governo”

Non solo Zuppi. Nel corso della prima tappa del “Tour della natalità” ha preso parola anche Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la natalità e promotore degli Stati generali della natalità: “Per uscire dall’inverno demografico l’Italia deve arrivare a quota 500mila nuovi nati entro il 2033: l’asticella è alta ma raggiungibile. E occorre farlo in fretta perché non c’è più tempo, serve un impegno forte, di lungo periodo e sinergico fra politica, società civile e mondo economico del Paese, a prescindere dalle bandiere di partito”. A detta dell’esperto “per costruire il futuro occorrono risorse, ma soprattutto, una strategia chiara come sistema-Paese”. In Italia è dunque necessaria una fiscalità più equa “che tenga conto della composizione delle famiglie e non solo del reddito” ma anche sinergie con le amministrazioni locali.



Chiamati a fare la propria parte anche il mondo dello sport, le imprese, lo spettacolo e l’Europa. Intervenuto, nel corso dell’evento, anche il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Maria Roccella: “Il nostro Governo ha rimesso la natalità al centro del dibattito e soprattutto dell’azione politica. Ne abbiamo fatto una priorità dal primo giorno. C’è ancora tanto da fare, anche perché i dati ci dimostrano che la denatalità è un problema quantomeno europeo, dunque bisogna trovare chiavi innovative per invertire il trend demografico. Il governo sta mettendo in questa sfida tutto il suo impegno, ma c’è bisogno del concorso di tutti: istituzioni, mondo del lavoro e dell’impresa, enti locali, Terzo settore”.