Il cardinale Angelo Becciu si sente vittima di una congiura. La sua speranza è di “poter chiarire tutto col Papa”, a cui resta sempre fedele, ma intanto si affida alla preghiera e all’affetto dei suoi più stretti amici. “Ho dei sospetti su qualcuno, su chi ha orchestrato tutto, ma per il momento taccio, è il momento di pregare e sperare che tutto si risolva”, dice il cardinale, come riportato da Il Giornale. Al momento non è stata stata formalizzata e comunicata dalla magistratura vaticana l’accusa di peculato, il porporato sardo comunque vorrebbe parlare “il prima possibile” con i magistrati di quanto gli è stato contestato dal Papa. “Spero che, se qualche avviso deve arrivare, arrivi presto, già in settimana, per poter dire tutto ciò che so in modo da potermi difendere, ne ho diritto”.

Già in conferenza stampa comunque Becciu aveva parlato di “manipolazioni” ed equivoci” da chiarire, soprattutto col Pontefice. Sullo sfondo resta la gola profonda, anche se potrebbero essere due le persone che hanno indirizzato le indagini sui flussi di denaro che da Roma sono arrivati alla diocesi di origine di Becciu, Ozieri. I sospetti ricadono, secondo quanto riportato dal quotidiano, sul laico già in servizio in Vaticano, e che si occupava di questioni finanziarie, e un monsignore che attualmente risiede all’interno delle mura leonine.

CARDINALE BECCIU “QUALCUNO HA ORCHESTRATO TUTTO”

Questa è una settimana importante anche perché sarebbe previsto un incontro tra il cardinale australiano George Pell, che da ministro delle finanze del Vaticano aveva messo sotto la lente d’ingrandimento altre transazioni e aveva avuto scontri proprio con il cardinale Angelo Becciu. Ora ha riallacciato i rapporti col Papa, dopo essere tornato in patria per difendersi dalle accuse di pedofilia, e nel corso di questa settimana potrebbe esserci il confronto diretto. Lo riporta Il Giornale, ricostruendo anche il clima di diffidenza che si respira ora in Vaticano. Dalle logge si sussurra che “si fa ormai la conta degli amici e dei nemici del Papa, il pontificato sembra perder ancora pezzi”. Pare che ora Papa Francesco si fidi di pochi intimi, gesuiti o vecchi amici cardinali, per le nomine e i problemi da risolvere. E con questo nuovo scandalo sull’Obolo di San Pietro, ad una settimana dalla giornata della colletta, le casse per la carità del papa potrebbero soffrire particolarmente.