Non c’è pace per il cardinale australiano George Pell: dopo una tormentata vicenda giudiziaria, Pell è stato assolto dall’accusa di pedofilia che lo riguardava in prima persona, ma resta al centro di molte accuse per avere coperto altri preti pedofili. Un dettagliato rapporto consegnato già nel 2017, ma di cui solo adesso emergono integralmente le parti relative alla condotta del cardinale Pell, sostiene che egli sarebbe al corrente dei casi di abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti cattolici in Australia fin dagli anni Settanta, ma non agì per quanto in suo potere per giungere alla rimozione dei responsabili.



Le omissioni nel testo nel rapporto stilato dalla Royal Commission, erano volute per evitare di influenzare i giudici impegnati nel processo contro il cardinale Pell, accusato di pedofilia in prima persona. Il mese scorso l’Alta Corte australiana aveva assolto l’alto prelato, anche ex tesoriere del Vaticano, il quale è stato di conseguenza scarcerato. Ciò tuttavia ha consentito di rendere pubbliche le parti del rapporto in questione.



In particolare emerge dall’inchiesta della Royal Commission che “entro il 1973 il cardinale Pell (all’epoca dei fatti ancora “semplice” sacerdote, ndR) non solo era consapevole di abusi sessuali su minori da parte del clero, ma che aveva preso in considerazione misure per evitare che si diffondessero chiacchiere a riguardo”.

CARDINALE PELL: ASSOLTO DALLE ACCUSE DI PEDOFILIA, MA HA COPERTO ALTRI CASI?

L’assoluzione del Cardinale George Pell era arrivata appena un mese fa, quando l’Alta Corte Australiana lo ha prosciolto dalle accuse di essere un pedofilo: pieno proscioglimento dell’arcivescovo emerito di Sydney, già prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede.



Dopo anni di battaglie processuali dove si è sempre professato innocente davanti alle accuse di abusi sessuali su minori, il Cardinale Pell è stato assolto con verdetto unanime dei giudici in quanto “c’è una ragionevole possibilità che il reato non sia avvenuto“. L’Alta Corte Australiana aveva ribaltato il verdetto di colpevolezza emesso nei primi due gradi di giudizio, tanto che Pell stava scontando già il carcere dopo la condanna in Appello ricevuta lo scorso anno che confermava la condanna in primo grado del Tribunale di Melbourne del dicembre 2018.

“È stata corretta una grave ingiustizia” furono le prime parole del cardinale Pell, che la Santa Sede per anni ha sempre sostenuto nella battaglia legale. Adesso però per il prelato potrebbe riaprirsi un altro fronte giudiziario, quello legato all’atteggiamento di “copertura” verso altri possibili casi di pedofilia da parte di sacerdoti cattolici in Australia.