Arriva la conferma della vecchia sentenza per George Pell, l’ex cardinale australiano condannato a sei anni di carcere per abusi sessuali nei confronti di due minori di 13 anni, durante gli anni ’90. Come vi abbiamo riportato nel focus più sotto, la Corte Suprema di Victoria, in Australia, ha rigettato il ricorso presentato dai legali del porporato, che di conseguenza dovrà rimanere dietro le sbarre nonostante lo stesso si continui a professare innocente. Dopo che la corte d’appello ha confermato la condanna per pedofilia dell’alto prelato, è arrivata un’altra doccia gelata per lo stesso Pell, visto che, come specificato da Repubblica, il primo ministro australiano Scott Morrison, ha privato lo stesso porporato del titolo onorifico dell’Ordine dell’Australia, che è il più elevato dello stesso paese; si tratta di un ordine di cavalleria creato nel 1975 dalla regina Elisabetta II, in favore appunto dei cittadini australiani che si sono distinti. La condanna di Pell è decisamente significativa visto che lo stesso rappresenta il più alto prelato della chiesa cattolica mai condannato per abusi minori. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CARDINALE PELL, RESTA LA CONDANNA PER PEDOFILIA

E’ stato respinto il ricorso presentato dai legali del Cardinale George Pell. La corte suprema di Victoria, in Australia, ha infatti deciso di rigettare la richiesta degli avvocati del porporato, che avevano appellato la sentenza dello scorso dicembre 2018 riguardante la condanna del proprio assistito per abusi sessuali su minorenni. In base a quanto stabilito dai tre giudici australiani della Corte, il cardinale Pell dovrà continuare a scontare la propria pena in carcere, una condanna a 6 anni. “A maggioranza – le parole della giudice Anne Ferguson leggendo la “sentenza” – la Corte ha respinto l’appello del cardinale George Pell contro la sua condanna per aver commesso reati sessuali. Continuerà – ha aggiunto e concluso – a scontare la pena a sei anni”.



CARDINALE PELL, RESPINTO IL RICORSO

L’accusa aveva condannato l’ex tesoriere del Vaticano, come ricorda l’edizione online dell’agenzia Adnkronos, per abusi sessuali nei confronti di due coristi della Cattedrale di San Patrizio a Melbourne, che all’epoca dei fatti, a metà degli anni ’90, avevano solo 13 anni. Le indagini erano scattate nel 2015 e alla fine del giugno del 2017 il cardinale Pell era stato incriminato con l’accusa di “reati storici di violenza sessuale” in due casi separati. Il cardinale Pell, come aveva anche proferito subito dopo le accuse, si era sempre dichiarato innocente ed estraneo ai fatti, definendole false: “L’idea di abusi sessuali – spiegava all’epoca – è per me aberrante”. Subito dopo che l’appello degli avvocati è stato respinto, è stata diffusa una breve nota da parte del portavoce dello stesso porporato: “Il cardinale Pell – si legge – è ovviamente deluso per la decisione di oggi. Il cardinale Pell continua a dichiararsi innocente e ringrazia – si conclude il comunicato – i suoi numerosi sostenitori”.

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