“ZUPPI ANDRÀ ANCHE IN RUSSIA”: LE ULTIME NOVITÀ SULLA DELICATA MISSIONE DI PACE PER L’UCRAINA

«La visita del cardinale Zuppi, in quanto inviato del Papa in Ucraina, ha luogo nel contesto del mantenimento di un costante dialogo diplomatico con la Santa Sede. La consideriamo un’altra opportunità per il Vaticano di vedere da vicino la realtà della guerra di aggressione della Russia e avere informazioni dettagliate sulla formula di pace in 10 punti di Zelensky, con lo scopo di portare una pace giusta e duratura in Ucraina»: così ha parlato il portavoce del ministero degli Esteri ucraino dopo la prima giornata di visita del Presidente CEI nella capitale Kiev. Il Governo Zelensky, conclude la nota, «si aspetta sforzi del Vaticano nell’aiutarci a riportare a casa i bambini ucraini che sono stati portati illegalmente e forzatamente in Russia».



Nel frattempo dalla Russia arrivano notizie per cui Zuppi dopo l’Ucraina dovrebbe far visita anche alla Russia, anche se non subito: «Il cardinale Zuppi visiterà anche la Russia ma prima dovrà tornare in Vaticano da Papa Francesco per consultazioni», a dirlo è Leonid Sevastyanov – capo dei “Vecchi credenti” in Russia e interlocutore russo di Papa Francesco – all’agenzia di stampa Ria. Dopo il dialogo in Vaticano, conclude Sevastyanov, «una volta analizzata e definita una posizione e una proposta per la parte russa, andrà a Mosca». All’Agenzia LaPresse padre Teodosio Roman Hren, vicario generale dell’esarcato apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia, racconta come la visita di Zuppi a Kiev sia «una grande speranza per il nostro popolo […] Speriamo che la sua visita possa preparare le trattative per tornare alla pace, a una pace giusta. Oggi non basta solo che cessino le armi, è necessario che l’Ucraina possa riconquistare la terra occupata». Potrebbe avere in agenda anche un incontro con il Ministro degli Esteri russo Lavrov ma non dovrebbe andare al Cremlino, almeno non in via ufficiale: «il presidente russo Vladimir Putin non ha per ora in programma un incontro con il cardinale Matteo Zuppi, emissario di Papa Francesco per l’iniziativa di pace per l’Ucraina», dichiara il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.



CARD. ZUPPI A KIEV: INIZIA LA MISSIONE DI PACE DEL VATICANO IN UCRAINA

È iniziato questa mattina il viaggio del cardinale Matteo Maria Zuppi in Ucraina nell’ambito della missione di pace voluta fortemente da Papa Francesco con il Presidente della CEI come incaricato ufficiale. L’arcivescovo di Bologna sarà a Kiev oggi 5 giugno e si fermerà fino a domani, martedì 6 giugno, per iniziare ad impostare incontri e negoziati utili a “tastare” il polso della situazione.

Come richiesto dal Vaticano, il Card. Zuppi ha come scopo principale in questa breve due giorni a Kiev di ascoltare in maniera molto approfondita le Autorità ucraine – sia politiche che religiose – circa le possibili vie per «raggiungere una giusta pace e sostenere gesti di umanità per allentare le tensioni». Così spiega il comunicato della Santa Sede in merito all’inizio effettivo della missione di pace: «il cardinale Zuppi è l’Inviato del Santo Padre Francesco», si legge nella nota che poi continua, «Si tratta di una iniziativa che ha come scopo principale quello di ascoltare in modo approfondito le Autorità ucraine circa le possibili vie per raggiungere una giusta pace e sostenere gesti di umanità che contribuiscano ad allentare le tensioni».



MISSIONE DI PACE PAPA FRANCESCO: IN COSA CONSISTE, COSA SAPPIAMO FINORA

L’incarico al cardinale Zuppi era stato reso noto dalla Sala Stampa vaticana il 20 maggio scorso, a seguito dell’annuncio di Papa Francesco – avvenuto nel viaggio di ritorno dall’Ungheria – di una «missione di pace in corso» per provare a far terminare la guerra tra Ucraina e Russia. Era poi stato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, a spiegare che la missione di pace ha come scopo immediato «la mediazione» ma che ha poi come obiettivo «cercare soprattutto di favorire il clima, favorire un ambiente che possa portare a percorsi di pace».

Sempre il Card. Parolin ha poi ribadito in più momenti che gli interlocutori attuali per la missione di pace sono «Mosca e Kiev», ma successivamente si potrà valutare tutti gli eventuali “attori” internazionali che vogliano cimentarsi con la mediazione e i negoziati utili a far terminare lo scontro, «non vogliamo escludere nessuno». Nella conferenza stampa conclusiva del Consiglio permanente della CEI, era stato poi il Card. Zuppi a sottolineare come l’obiettivo della sua missione sia far cessare la guerra, con il coinvolgimento «attivo del Papa fino alle lacrime». La situazione è tutt’altro che semplice, sia a livello “trasparente” che nelle pieghe della diplomazia: ufficialmente ancora ieri Kiev (con il consigliere Danilov, ndr) rifiuta un negoziato dove vi sia al tavolo la Russia di Putin e attacca anche la posizione della Chiesa Cattolica definita “strana” perché equidistante; d’altro canto, Mosca ha accolto positivamente l’iniziativa della Chiesa ma esclude per il momento una visita di Papa Francesco in Russia. Da Zuppi a Parolin fino all’arcivescovo Gallagher – il vero “ministro degli Esteri” del Vaticano – sono tutti impegnati per tessere i fili di una difficilissima impresa diplomatica: intervistato da Vatican Insider poco prima della visita in Vaticano del Presidente Zelensky, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher (Segretario per i Rapporti con gli Stati del Vaticano) ha spiegato come la missione di pace «è una cosa complessa. Il processo diplomatico della Santa Sede consiste un po’ nel destreggiarsi con l’agenda. Proprio come un giocoliere, dobbiamo tenere la palla in aria – non vogliamo che cada a terra». La Santa Sede ha poi affidato un altro difficile compito all’arcivescovo Claudio Gugerotti, capo del dicastero vaticano per le Chiese orientali, in partenza per Mosca in questi giorni in quanto soggetto apprezzato nelle stanze del Cremlino.