Cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della conferenza episcopale italiana, durante la trasmissione di TV2000 “Di buon mattino” è tornato a palare della crisi in Ucraina e della necessità, sempre più marcata, di arrivare alla pace. Secondo lui, l’unico modo per raggiungerla è attraverso una sforzo collettivo, che riguarda tanto i singoli cittadini, quanto le istituzioni. Alla guerra, sostiene, si può rispondere solamente in modo compatto, senza pensare che l’individualismo dovrebbe superare il nazionalismo e senza pensare che sia un problema che altri dovranno risolvere al posto nostro. Tuttavia, a questi sforzi, dovranno seguirne anche altri, per insegnare al popolo dell’Ucraina a rialzarsi da quella guerra, e ad abbandonare l’idea che i russi e la Russia siano il male.
Il cardinale Zuppi riflette sulla pace
Per parlare della pace, come unico modo per superare la crisi tra Russia ed Ucraina, il Cardinale Zuppi parte dalla frase pronunciata da Papa Francesco durante la sua omelia di fine 2022, “nessuno può salvarsi da solo”. “Solo assieme si riesce a vincere il male“, spiega Zuppi nel suo intervento a TV2000, “ho paura che spesso ce lo dimentichiamo, pensando che per noi sia diverso, sia in termini individualistici che nazionalistici, cioè che ci salviamo noi e poi per il resto è un problema degli altri paesi d’Europa. Ecco, soltanto assieme c’è pace e la pace non è mai individuale”, sostiene fermamente il Caridinale Zuppi.
E l’importanza della condivisione, continua a spiegare, è particolarmente marcata per i cristiani, che dovrebbero comprenderla “nel battesimo. La convinzione che solo assieme siamo qualcosa, siamo noi stessi ed è l’egoismo che ci fa credere il contrario. Il battesimo è entrare a fare parte di una famiglia, di un popolo, una cosa che molti pensano riduca il proprio io, ma in realtà è solo assieme che siamo noi stessi, solo nella famiglia capiamo chi siamo veramente. I cristiani”, continua il cardinale Zuppi, “a maggior ragione devono essere costruttori di pace”. “La presenza e la solidarietà credo debbano continuare, ma anche l’accoglienza dei tanti profughi ucraini, e speriamo non debbano scapparne altri. Contro la divisione c’è la condivisione, al male che divide l’unica soluzione è l’unione e la condivisione”.
Card. Zuppi: “Scuole di pace in Ucraina”
Nella sua riflessione, il Cardinale Zuppi conclude parlando di ciò che servirà, in futuro, per far accettare la pace in Ucraina. “La pace comincia dalle scuole della pace, dal combattere l’odio, dall’insegnare agli ucraini che se vedono un russo non devono prenderlo per il collo, ma riconoscerlo come fratello nonostante quello che è successo, a sentirsi parte di un popolo più grande. Gli artefici di pace siamo tutti quanti noi, e tutti possiamo contribuire a disinquinare un’area che è tanto carica di aggressività, violenza, odio e pregiudizio. Credo che bisogna insistere per il dialogo, l’unico modo di porre fine alla guerra, insistere nella preghiera e in tutti i modi possibili”.