FRANCO CARDINI, L’ANTIFASCISMO E IL “VUOTO ARTIFICIO”
«L’antifascismo è un vuoto artificio», così come lo sarebbe definire qualcuno come “l’emblema dell’essere controcorrente”»: eppure con Franco Cardini ci andiamo molto vicini. Scorretto sempre, amante della verità storica ma anche innamorato di particolari teorie che lo pongono spesso in disaccordo con la storiografia “mediatica”: grande culture e studioso dell’Islam, ricordato come lo storico delle Crociate, Cardini è stato intervistato da “La Verità” per le accuse di “fascismo” al prossimo Governo Meloni (nell’anno del centenario della Marcia su Roma, ndr). In merito al discorso fatto da Liliana Segre nel primo giorno della Legislatura, Cardini si dice convinto: «è un trappolone. Meloni fa benissimo a cercare di insediare il Governo prima del 28 ottobre, per evitare questo bombardamento sulla Marcia su Roma, che con la politica non c’entra nulla». Lo storico cristiano ricorda come il fascismo debba essere sempre più studiato anche per capire la profonda differenza con i tempi di oggi: Cardini contesta poi a Meloni di aver considerato ancora molto poco i Ministeri di Cultura e Istruzione, in quanto «è proprio con istruzione e cultura che si evitano le trappole tese da questo antifascismo un po’ cialtrone».
Prima che si possa pensare che Franco Cardini stia facendo revisionismo storico difendendo l’immane strage provocata dal fascismo di Benito Mussolini, vi fermiamo subito: è lo stesso professore a spiegare a “La Verità” come il fascismo va condannato per le violenze, per le leggi razziali e per la guerra sbagliata, «ma non è il male assoluto che è un dogma piuttosto recente nato per autocombustione di certi ambienti della sinistra e non solo, penso a Norberto Bobbio che hanno introdotto categorie teologiche e filosofiche nel giudizio storico». Secondo Cardini l’antifascismo è di fatto un «vuoto artificio», «lo hanno costruito con una serie di aforismi che tradiscono la storia». Infatti, riflette ancora il docente storico, «Non è sbagliato dire che Mussolini ha fatto anche cose buone. In fondo era socialista non ha potuto combattere contro la borghesia, ma nei fasci del 19 ci sono elementi di socialismo evidenti così come nei 18 punti di Verona del Partito fascista Repubblicano che a parte l’artico- lo sugli ebrei nemici dell’Italia che è un’aberrazione, perché gli ebrei hanno fatto l’Italia, ci sono elementi che sono stati traslati nella Costituzione».
“LA COSTITUZIONE NON VIETA DI ESSERE FASCISTI”: COSA DICE IL PROF. CARDINI
Il primo arcinoto articolo della Costituzione – «L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro» – come spiega ancora il professor Franco Cardini, è un portato dell’idea fascista «perché molti dei padri costituenti erano fascisti». Su questo non ci piove, come sul fatto che la Carta Costituzionale considerata dalla sinistra (e non solo) la «più bella del mondo» se correttamente proibisce la ricostruzione del Partito Nazionale Fascista, in realtà «non vieta affatto né di essere né di dichiararsi fascisti». Il parallelo fatto da Cardini è semplice: «Quando cadde l’Urss, e io non gioii, molti comunisti mi dissero che loro continuavano a sentirsi orgogliosamente comunisti perché il comunismo è un’idea di libertà, di uguaglianza, di pace pur ammettendo che quello realizzato si era macchiato di orrori. Perché non si può dire che il fascismo aveva un’idea sociale apprezzabile indipendentemente dagli errori di Mussolini?».
In merito al fatto che l’antifascismo sia ancora oggi un “tema” che attragga, dalla cultura alla letteratura, passando per serie tv e cinema, Franco Cardini “sposa” la tesi di Aldo Cazzullo secondo cui la storia è ricca di “capobanda”: «lo stesso Churchill che quando a Stresa nel ’35 Mussolini lo avvertiva del pericolo Hitler dicendo: quello è un matto, rispose che era un uomo da tenere in conto perché aveva liberato la Germania dal comunismo». Dall’antifascismo di ieri a quello di oggi, orientato contro la minaccia di Putin verso l’Ucraina e l’Europa: Franco Cardini si pone all’opposto della gran parte dei commentatori attuali, studiando da anni la storia della guerra in Crimea e contestando la «litania che in Ucraina c’è un solo aggressore e un aggredito, è un falso storico!». La sua più forte critica, oltre alla Nato «che aveva promesso di non guadagnare spazio ad Est dopo la caduta del Muro», è all’Unione Europea: «L’Europa non esiste e io sono stato fregato per vent’anni. Mi sono accorto dopo che è solo un’unione economia, d’interessi. Dire siamo cittadini d’Europa è un non senso. Il rifiuto delle radici giudaico cristiane ha tolto ogni possibilità di unione vera». Secondo lo storico, l’occasione per rilanciare il concetto di Europa arriva proprio con il Governo a breve nominato dal Centrodestra: «la Meloni può marcare la differenza se riesce a costruire un’Europa confederale che è poi quella di De Ga- speri, di Adenauer, di Schumann che istituirono il premio Carlo Magno che vollero San Benedetto per patrono. Un’Europa così non sarebbe subalterna alla Nato».