Lo storico e saggista Franco Cardini sulle pagine del quotidiano Avvenire ha riflettuto sulla guerra in Ucraina e, più che altro, sulla pace, tanto ostentata ma sulla quale mai nessuno ha fatto qualcosa di concreto per arrivarci. Lui è tra i promotori di un referendum, sul quale è aperta la raccolta firme, che chiede l’interruzione dell’invio delle armi a Kiev, visto come tassello fondamentale per aprire, veramente, i negoziati tra i contendenti.



“Quando c’è un conflitto”, spiega Cardini, “fornire armi a uno dei due contendenti (..) suppone sempre e comunque una qualche simpatia per la causa del Paese favorito, il che significa schierarsi non per la fine del conflitto bensì in favore della vittoria di uno dei contendenti”. A maggior ragione, ritiene, quando l’invio di armi è sancito da un voto parlamentare, come in Italia, si finisce per essere “responsabili di un ‘atto di ostilità‘ nei confronti del paese avversario”. Cardini spiega, infatti, che “alla pace si arriva in vari modi: i principali sono quelli diplomatici e commerciali”, e per arrivarci, ora come ora, l’unico modo è sospendere l’invio di armi “informando il governo russo che tale sospensione è collegata all’immediato cessate il fuoco“.



Cardini: “Sono gli USA a spingere per la guerra”

Per Franco Cardini è una realtà storicamente accurata, “quando si vuole far cessare una guerra che non ci vede belligeranti si sospende l’invio di armi (..) per provare che, durante un conflitto, un paese sia sicuramente ed esplicitamente neutrale“. Ma in Ucraina, avverte, “dietro c’è l’intero occidente, allineato e coperto sull’esempio e le sollecitazione che gli proviene dagli USA, che si dice e si dimostra pronto a fornire armi”.

E proprio sugli USA, Cardini ritiene che “Biden continuerà a spingere l’Ucraina finché lo riterrà vantaggioso per gli interessi del suo paese“, sottolineando che “dal febbraio 2022 non ha mai pronunciato nemmeno una volta una qualche proposta di distensione”. Spiega che “questa guerra si è verificata in quanto la politica e la diplomazia degli Usa la consideravano una delle tante vie per favorire il rafforzamento della loro influenza nello scacchiere eurasiatico”, ed infatti “sta continuando in quanto il governo statunitense la considera vantaggiosa per sé e dannosa per l’Europa“. E Cardini chiude ripetendo che “se si vuole davvero la pace l’invio di armi deve cessare subito, da parte di chiunque e nei confronti di tutti”.