Il concorso Orizzonti di Venezia 77 ospita pellicole sorprendenti tra opere prime e seconde, ma non solo. La selezione comprende anche film di autori già affermati, pensiamo a Lav Diaz oppure al duo nostrano D’Anolfi-Parenti. Ecco, in questo elenco entra di diritto Shahram Mokri, giunto al suo quarto lungometraggio e già protagonista al Lido 7 anni fa con l’ottimo Fish & Cat (Premio Speciale per i contenuti innovativi): il suo Careless Crime è tra i film più belli di questo Festival ed entra di diritto nell’elenco dei candidati per il premio di miglior film del concorso Orizzonti.
40 anni fa, nel corso della rivolta per rovesciare il regime dello Scià in Iran, i manifestanti diedero fuoco alle sale cinematografiche, considerate un simbolo della cultura occidentale che volevano sradicare ad ogni costo. Molti cinema, dunque, furono dati alle fiamme, e in un tragico episodio venne bruciata una sala con 400 persone all’interno – Cinema Rex nella città di Abadan – la maggior parte delle quali furono arse vive. Nell’Iran dei nostri giorni, quattro persone decidono a loro volta di dare fuoco ad un cinema, in una sala in cui si proietta un film su un missile dissotterrato e inesploso…
Il passato e il presente si incontreranno? Questo il quesito fondamentale posto da Careless Crime, che parte da una storia vera, in grado di segnare la storia dell’Iran, e che va oltre. Un film stratificato, che lavora su più dimensioni. Shahram Mokri, affiancato dal fedele sceneggiatore Nasim Ahmadpour, affianca tre film, uno accanto all’altro. E anche le storie si ripetono: dentro quelle storie vengono ripetute le storie del passato. Il regista gioca con il tempo e anche con l’immagine, sfidando lo spettatore, tentando di non fornirgli punti di riferimento.
Careless Crime non ha l’ambizione da film di ricostruzione storica, sfiora sì il lato politico ma non intende addentrarsi. Mokri sembra più intenzionato a girare un film sul Cinema stesso, che ha guardato le tragedie, i momenti d’oro ma anche i momenti bui della storia. E proprio il grande schermo a documentare gli eventi che hanno segnato pagine importanti del passato e la settima arte può essere decisiva nel fornire un altro punto di vista, così che ciascuno possa dare la propria interpretazione.
Il regista decide dunque di mostrare la relazione tra il cinema e la sua storia in un contesto molto più ampio, come possibile apprezzare nell’assenza di una linea di demarcazione netta tra passato e presente: Mokri opta per una perenne sovrapposizione, la storia è un continuum. V è una commedia surreale-politica che segue un approccio tutt’altro che lineare, confermando le immense potenzialità del cineasta iraniano, ormai pronto per il definitivo salto di qualità…