C’è chi denuncia carenza di farmaci e chi rassicura spiegando che la situazione è sotto controllo. Alcuni sarebbero diventati merce rara, poiché la domanda è esplosa per influenza e Covid e c’è uno stallo di alcune materie prime da Cina e India. Ciò unito alla guerra in Ucraina e le leggi di mercato porta le industrie a distribuire in mercati esteri i farmaci dove il prezzo di vendita supera quello rimborsato dal servizio sanitario nazionale. Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), precisa: «La carenza è un dato oggettivo ma l’Italia è un passo avanti rispetto agli altri. Non esiste alcun allarme reale, anche perché c’è copertura fornita da medicinali equivalenti. Occorre comunque migliorare la comunicazione tra medici e farmacisti». Dunque, la situazione delle scorte non lo preoccupa.



Michele Motta, amministratore unico dell’azienda di distribuzione farmaceutica Vim, che ha 11 sedi in Italia e serve 4.800 farmacie, all’Avvenire spiega che si è accorto del problema mesi fa, «quando le consegne dall’industria iniziarono a rallentare e fummo costretti ad aumentare le scorte nei nostri magazzini per cercare di non farci trovare impreparati». Anche Motta parla di «situazione seria», ma non drammatica. «Abbiamo già vissuto esperienze simili, dove anche la paura ci mette del suo». Il problema, comunque, andrebbe affrontato a livello di Ue. C’è poi la questione guerra che si intreccia con i costi energetici: «A lungo sono mancati l’alluminio per il blisteraggio delle compresse e il vetro per i flaconi». L’imprenditore della distribuzione prevede che con l’attenuarsi dell’influenza si avrà un miglioramento significativo della situazione. Intanto Pd e M5s hanno ottenuto l’audizione del ministro della Salute Orazio Schillaci, che il 17 gennaio affronterà la questione in commissione Affari sociali della Camera.



CARENZA FARMACI, “NON BISOGNA CREARE ALLARMISMI”

Comunque, il ministero della Salute ha aperto un tavolo permanente su questo tema. «Sì, l’altro ieri abbiamo avuto la prima riunione e ringraziamo il ministro Schillaci per questo momento di confronto. Diciamo che non bisogna creare allarmismi. (..) Le reali carenze critiche sono solo alcune decine per farmaci e principi attivi che arrivano dall’estero», conferma Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, a Quotidiano Sanità. I fattori critici sono due secondo Cattani. Da un lato l’incremento della domanda di farmaci per il Covid e l’influenza stagionale, dall’altro l‘esposizione del settore farmaceutico nei confronti di Cina e India. «Noi stiamo cercando di compensare queste carenze con approvvigionamenti da altri mercati ma sarebbe bene che la Cina possa avere, e quindi dare accesso alla propria popolazione, farmaci e vaccini efficaci contro il Covid. Questo innanzitutto per salvare vite umane, ma anche per dare un sollievo a tutte le filiere manifatturiere», aggiunge a Quotidiano Sanità. Ci sono anche difficoltà negli approvvigionamenti di carta, vetro, plastica, alluminio e imballaggi, a cui si aggiunge gli effetti del rincaro dei prezzi di energia e carburanti. «Ci troviamo in una situazione complessa a livello geopolitico. Questo comporta anche per noi delle difficoltà, inutile negarlo».

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