Colpo di scena in calce all’inchiesta che a Cerignola (nel foggiano) è stata rinominata ‘Farmghosters’ sui finti braccianti, con le dimissioni rassegnate dall’ex consigliere comunale (eletto tra le forze del Partito Democratico) Celestino Capolongo che era già finito in manette il mese scorso ed è stato rilasciato ieri mattina. Immediata la reazione del sindaco locale, Francesco Bonito, che ha precisato come “i fatti contestati non riguardano l’attività amministrativa”, e nell’auspicio che Capolongo possa “dimostrare la sua estraneità ai fatti” contestati, rimette la questione nelle mani degli inquirenti; tesi simile a quella di Daniele Dalessandro (segretario di Cerignola del Pd) che ha ribadito che l’inchiesta non ha “nulla a che fare con l’attività politica e amministrativa” del comune, ma ha comunque ritenuto necessario “sospenderlo” dal partito per tutelarne “il buon nome”.



Nelle carte dell’inchiesta, citate da diversi media italiani, emerge che Capolongo avrebbe avuto un ruolo centrale nella truffa dei falsi braccianti di Cerignola, in quanto collegamento tra l’organizzazione e l’Inps (del quale era funzionario) per agevolare, “nella piena consapevolezza del proprio apporto causale al programma”, l’estorsione di denaro pubblico. Complessivamente, sono stati sottratti indebitamente circa 5 milioni di euro, con l’ausilio dell’ex consigliere “in ragione del ruolo ricoperto all’interno dell’Inps”.



Finti braccianti: come funzionava la truffa all’Inps di Cerignola

Guardano  al quadro completo dell’inchiesta sui finti braccianti, le indagini sono durate diversi mesi e hanno portato, per ora, a 20 differenti misure cautelari che includono (oltre a Celestino Capolongo), anche diversi imprenditori, professionisti e funzionari pubblici di Cerignola. I 20 avrebbero (riferisce ancora l’accusa citata da Libero) messo in piedi una vera e propria associazione a delinquere finalizzata ad assumere diversi migranti tramite quattro società ‘fantasma’ per inserirli in un organico di finti braccianti.



Lo scopo era quello di ottenere i fondi Inps per l’assunzione degli extracomunitari, con il supporto del già abbondantemente citato Capolongo, percependoli anche grazie alla falsa dichiarazione di giornate lavorative. Non solo però, perché per aumentare le file di falsi braccianti, l’associazione di Cerignola avrebbe anche agevolato l’immigrazione clandestina, chiedendo 3mila per le false assunzioni in cambio del permesso di soggiorno lavorativo (istanze, poi, ovviamente bloccate dalle fiamme gialle durante l’inchiesta).