L’ex premier svedese Carl Bildt, si dice convinto che la Svezia sia ormai prossima all’adesione alla Nato, parlando di vera e propria svolta. «La richiesta di adesione di Svezia e Finlandia alla Nato è un processo in corso in entrambi i Paesi. Non c’è ancora una decisione, ma tutto punta in quella direzione. Penso che per quanto ci riguarda il passo verrà fatto entro la fine di maggio», così ha parlato oggi ai microfoni del Corriere della Sera, il leader dei moderati, il partito liberal-conservatore, nonché ex presidente del consiglio svedese ed ex ministro degli esteri, politico di spicco che ha legato il suo nome all’adesione all’Unione Europea datata 1995. Secondo Carl Bildt la guerra in Ucraina ha cambiato in modo “fondamentale” la sicurezza per la Svezia: «La Russia è sempre più imprevedibile. Putin ha dimostrato di voler usare il suo potere militare in modi che nessuno di noi si sarebbe aspettato. Dopo qualche esitazione iniziale, entrambi i Paesi hanno deciso l’invio di materiale militare all’Ucraina, riconoscendo che è in gioco la sicurezza di tutta l’Europa».



«Buona parte delle armi anticarro consegnate a Kiev venivano dai depositi svedesi – ha proseguito il politico svedese – la scelta ora è tra una incerta posizione mediana e il riconoscimento di una nuova realtà, il cui corollario non può essere che l’adesione alla Nato. Anche perché in questa crisi tutti hanno notato che gli Stati Uniti hanno tracciato una linea netta tra Paesi coperti dalla difesa collettiva dell’articolo 5 e quelli che non lo sono». Un’adesione all’Alleanza Atlantica che la Svezia sta meditando da 14 anni: «Quando dopo il 2008 cominciò a diventar chiaro che Putin si avviava verso una deriva revanscista, è iniziato un dibattito interno. Sia Svezia che Finlandia hanno intensificato il loro rapporto di cooperazione con la Nato fino al massimo possibile esclusa l’adesione e iniziato una stretta collaborazione bilaterale nella difesa, poi estesa alla Norvegia, che è membro dell’Alleanza. Ora però come ho detto la situazione è radicalmente mutata».



CARL BILDT, SVEZIA NELLA NATO: “IL POPOLO E’ D’ACCORDO”

Carl Bildt è convinto che l’opinione pubblica seguirà la decisione di unirsi alla Nato: «Sì. Il sostegno popolare attualmente è più forte in Finlandia che in Svezia, ma la situazione è in movimento e il numero dei favorevoli anche da noi è in costante crescita». E ancora: «Ho pochi dubbi che l’esito sarà una svolta a U, sul modello di quella che contribuì alla nostra adesione all’Ue quasi trent’anni fa». Secondo l’ex premier svedese l’adesione del suo Paese alla Nato è strettamente legata a quella della Finlandia: «Sono politicamente separati, ma legati in termini strategici: siamo la stessa regione, abbiamo profondi rapporti storici e una intensa cooperazione economica e militare. Quindi sì, sono interconnessi. È chiaro che il tema della sicurezza sia più sentito in Finlandia, che è stata parte dell’impero russo e ha dovuto combattere una guerra contro l’Unione Sovietica. La loro percezione è più profonda della nostra. E sulla Nato possono fare da apripista».



In ogni caso, Bindt sottolinea: «Nessun Paese nordico vuole diventare una lancia puntata contro la Russia. Ma io penso che nei prossimi anni vedremo una Russia indebolita come conseguenza delle azioni irresponsabili di Putin, ma anche un regime più disperato e dispotico. Fino a quando lui sarà al potere, la situazione rimarrà pericolosa. Nel lungo periodo speriamo in una relazione più stabile con Mosca, sul modello della Norvegia». E sullo schieramento di possibili armi nucleari nel Baltico in caso di adesione alla Nato, così come minacciato negli scorsi giorni dal ministro degli esteri russi: «Preoccupato? No, perché le armi nucleari i russi le hanno già a Kaliningrad e nel Nord-Ovest del loro territorio. Ci conviviamo già. È una minaccia vuota».