Indagata, interrogata e sotto controllo giudiziario: anche Carla Bruni è coinvolta nel caso sui presunti finanziamenti libici per la campagna elettorale del 2007 del marito Nicolas Sarkozy. Stando a quanto riportato da Le Monde, che cita una fonte giudiziaria, l’accusa mossa nei confronti dell’ex première dame della Francia è di falsificazione di testimonianze e associazione a delinquere per preparare una frode processuale e corruzione del personale giudiziario. L’ex modella, essendo sotto controllo giudiziario, ha il divieto di avere contatti con le persone coinvolte nel procedimento, fatta eccezione per l’ex presidente, essendo suo marito. Inoltre, è stata posta sotto lo statuto di testimone informato in relazione all’accusa di associazione per delinquere con l’obiettivo di corrompere personale giudiziario di un altro stato, in Libano.



Il sospetto degli inquirenti è che Carla Bruni abbia fatto da tramite tra il marito e l’amica Michèle Marchand, che a sua volta è sospettata di aver architettato la ritrattazione di Ziad Takieddine, colui che ha mosso le principali accuse contro Nicolas Sarkozy nell’inchiesta sui fondi libici per la sua campagna elettorale vittoriosa di 17 anni fa. Infatti, l’affarista aveva accusato Sarkozy di aver ricevuto soldi soldi dal dittatore libico Gheddafi per finanziare la sua campagna elettorale e di aver contribuito personalmente a consegnare circa 5 milioni di euro in contanti a persone vicine all’ex presidente da parte di Gheddafi tra il 2006 e il 2007.



CARLA BRUNA E LA CAMPAGNA “SAUVER SARKO”

La vicenda che ora vede coinvolta anche Carla Bruni è delicata: il caso riguarda la campagna di comunicazione “Sauver Sarko” lanciata quattro anni fa da alcuni personaggi famosi, come Mimi Marchand, amica dell’ex première dame, per allontanare le accuse di finanziamenti libici dall’ex presidente francese, per le quali tra l’altro Nicolas Sarkozy sarà a processo il prossimo gennaio. L’obiettivo di questa campagna era far ritrattare le accuse da parte di Takieddine, prima con un’intervista, poi con un documento ufficiale, ma pare che l’uomo sia stato pagato oltre 600mila euro per la sua ritrattazione. Gli inquirenti sospettano che Carla Bruni sia coinvolta in quest’operazione.



A tal proposito, è emerso che nel giugno di tre anni fa abbia eliminato tutti i messaggi che si è scambiata con l’amica, dopo che questa era stata incriminata, e avrebbe usato un numero telefonico segreto per gestire la campagna. Dunque, l’indagine avrebbe riscontrato il ruolo centrale di Mimi Marchand in questa organizzazione e, in virtù del suo legame con Carla Bruni, l’attenzione si è spostata proprio sulla moglie di Sarkozy, così sono emersi indizi importanti che fanno supporre una collaborazione tra le due donne e che l’ex modella sia stata un punto di contatto tra alcune persone coinvolte in questa vicenda. Stando a quanto riportato da Euronews, Carla Bruni al momento non ha ricevuto alcuna accusa formale.