Garante per l’infanzia: “L’evasione del Beccaria? Solo una bravata”
Carla Garlatti è la Garante per l’infanzia e l’adolescenza e sulle pagine del quotidiano Il Dubbio ha commentato l’evasione dal carcere Beccaria di Milano, conclusa con l’arresto di tutti e sette gli evasi. “Ai ragazzi va data sempre una nuova occasione di riscatto”, spiega, “dare fiducia e cercare di farli uscire dalle situazioni di disagio, che li portano a commettere atti illeciti”. Tuttavia, ci tiene anche a precisare che “non è buonismo, ma un investimento per il nostro futuro”.
“L’evasione”, sostiene ancora Carla Garlatti, è percepita dai carcerati come un “gesto molto trasgressivo, ai limiti della bravata”. Riguardo “ai fatti di Milano”, sostiene, non dovremmo vedermi molto più di questo, “una bravata”. Ma gli elementi su cui riflettere non mancano, a partire dal “perché dell’evasione e dal motivo per cui i ragazzi evasi si trovano in carcere”. In merito a quest’ultimo, inoltre, sostiene Carla Garlatti, “è una misura residuale [e] non è la risposta adatta a dei ragazzi in fase formativa e per i quali deve esserci una vera e propria rieducazione alla legalità”, che non prescinderebbe da “attività di prevenzione”.
Carla Garlatti: “AI ragazzi manca la percezione dell’illegalità”
In merito al suo commento dell’evasione dal carcere Beccaria di Milano, spiega ancora la Garante Carla Garlatti, che per allontanare i giovani dall’illegalità sia necessario, “prima di ogni cosa, rendere la legalità più attrattiva dell’illegalità. Bisogna attratte i giovani in luoghi di aggregazione, dove possono essere ascoltati [e] riscoprire la fiducia nei loro confronti da parte degli adulti”. Oltre a questo, però, ci sarebbero anche delle altre strade da intraprendere con i ragazzi, come la giustizia riparativa.
“L’autore del reato”, spiega Carla Garlatti sulla giustizia riparativa, “in questo modo si rende conto di ciò che ha fatto. Tante volte ai ragazzi manca la percezione dell’illiceità e del danno arrecato all’altro” ed avrebbe il grandissimo effetto di “evitare la reiterazione del reato”. I ragazzi, insomma, secondo la Garante, sono recuperabili, ma è anche vero che “servono impegno e fatica”. L’aspetto fondamentale, conclude Carla Garlatti, “è avere fiducia nei ragazzi e ascoltarli. I ragazzi hanno molte cose da dire, è utile far capire che per loro un futuro c’è”, ed anzi “il futuro li deve vedere protagonisti perché può essere costruito con le loro mani”.