Carla Perselli, zia materna di Benno Neumair, è stata sentita recentemente in udienza nel processo che vede imputato suo nipote per l’uccisione dei suoi genitori, Peter Neumair e Laura Perselli, con successivo occultamento dei loro cadaveri. La donna, come è stato mostrato nel corso della puntata di venerdì 10 giugno 2022 di “Quarto Grado”, trasmissione di Rete 4, ha ricostruito i passaggi principali della vicenda: “La mattina del 5 gennaio aspettavo la telefonata di mia sorella Laura, che non è mai arrivata, ma non avevo tempo di pensare per quale motivo non arrivasse, in quanto mi dovevo occupare di nostra madre – ha dichiarato Carla Perselli –. Poi mi ha chiamato Madè, che mi diceva che i suoi genitori non le rispondevano e non avevano visualizzato i messaggi”.
In quei frangenti “non avevo un pensiero negativo nei confronti di Benno, nonostante Madè dicesse che secondo lei era successo qualcosa e lui c’entrava di sicuro. L’estrema calma e l’estremo rallentarci di Benno, però, hanno fatto sorgere dubbi anche dentro di me. Poi, a posteriori, ho notato che Benno aveva due escoriazioni molto fresche sulle mani, compatibili con quelle lasciate da una corda che uno tira. Lui, tuttavia, mi disse di essere caduto con la bicicletta”.
BENNO NEUMAIR, PARLA LA ZIA CARLA: “MIA SORELLA LAURA TEMEVA CHE IL FIGLIO SI FACESSE DEL MALE DA SOLO”
Nel prosieguo delle dichiarazioni mostrate da “Quarto Grado”, Carla Perselli si è focalizzata sullo stato d’animo della sorella dopo gli episodi che avevano visto protagonista Benno Neumair in Germania: “Laura era distrutta, però subito dopo era positiva. Diceva ‘ce la faremo’, ma ovviamente era distrutta. Dopo tutto quello che lei ci aveva raccontato, eravamo molto preoccupati. Lei ci disse addirittura che avevano consigliato a lei e al marito di chiudersi in camera la notte. Laura era preoccupata per il figlio, aveva paura che Benno facesse qualcosa di male a se stesso. Però, poi, pian piano Benno si era calmato sempre di più, abbracciava i suoi genitori e diceva di volere loro bene”.
Il pomeriggio del 17 gennaio, tuttavia, “Benno mi ha chiesto se ci fosse un testamento della mamma e del papà. Io in quel momento ho capito che aveva premeditato qualcosa per i soldi. Benno è mio nipote, l’ho preso in braccio, gli ho voluto bene: è un doppio dolore scoprire una cosa del genere”.