Metà vita sul set e l’altra metà a casa, con Maurizio Crozza, suo marito dal 1991. Carla Signoris è una delle attrici più apprezzate del panorama artistico e cinematografico italiano. La vocazione, però, non l’ha mai avuta, come racconta a Leggo: “Seguivo il corso di scenografia allo Stabile di Genova. Accompagnai un’amica ai provini, e quasi inconsciamente alzai la mano. Ero l’ultima. Pensai: figurati se mi prendono. Ero timida, ai miei non dissi nulla fino a dopo il verdetto. Mio padre sbuffò: Dio santo, la polvere del palcoscenico in casa nostra. Se parliamo della recitazione che ti cura, ero in teatro il giorno dopo la morte di papà. Mi aiutò a sopportare il dolore”.



Nella prossima vita, cosa sarà Carla? Lei ha le idee chiare: “Se rinasco voglio fare la cantante. Diventare Whitney Houston. Oppure la Callas”. Al momento, però, si gode la sua vita da attrice: “Quando l’attore è chiamato ad esprimere leggerezza, a volte compie uno sforzo sovrumano sulla propria psiche, che lo spingerebbe alla malinconia. E l’adrenalina che irrora la commedia diventa dopamina, dà dipendenza. Come un acido”.



La vita con Maurizio Crozza

Carla Signoris è sposata dal 1991 con Maurizio Crozza: “Ci conosciamo sin da ragazzini, eravamo amici. Il nostro primo bacio fu un trauma reciproco. E prima di diventare genitori, andavamo due volte al giorno al cinema”. Ora, invece, che marito è il noto imitatore e comico? “Ora rompe le balle in continuazione. Dice che non so cucinare, così provvede lui, a me dopo tocca far la Rapida. Ho scritto dei libri, Ho sposato un deficiente, Meglio vedove che male accompagnate, E Penelope si arrabbiò. Mau vuole le royalties”.

Per l’attrice, anche un ricordo a quel Sanremo 2013 nel quale il marito imitò Berlusconi e fu fortemente contestato dalla platea: “Ero a Genova davanti alla tv, con i nostri figli. Mi spaventai a morte. Corsi al bagno a vomitare. La contestazione era stata annunciata, non ci avevamo creduto. Invece il potere agì. Nel regno di Scajola. Quattro gatti mobilitati, 18 milioni di telespettatori. Ero sotto choc io, figuriamoci lui. Ma disse quella frase: Io vi odio, il contrario dell’Io vi amo che fino a quel punto aveva fatto ripetere al personaggio. E fu cortocircuito tra recitazione e verità. Mau mostrò una formidabile forza d’animo. Riuscì ad andare avanti per mezz’ora, alla faccia di chi dice che lui non sappia improvvisare. Dopo, Berlusconi aprì un Consiglio dei ministri imitando Crozza”.