Oggi il corpo di Carlo Acutis giace – tranquillo e sereno – nel Santuario della Spogliazione sorto sul luogo della spogliazione del Poverello davanti a padre Pietro di Bernardone per dimostrare la cieca fede verso Gesù Cristo: un luogo scelto non a caso, dato che il giovane diventato santo per volere di Papa Francesco scelse personalmente di farsi seppellire ad Assisi. Due storie che in qualche modo si intrecciano in un improbabile parallelismo di due persone – il Poverello e Carlo Acutis – che a secoli di distanza hanno deciso di spogliarsi di qualcosa per dedicare tutta la loro vita all’opera di Gesù Cristo e alla diffusione del suo verbo.



Un obiettivo più volte dichiarato dallo stesso Carlo nei pochi anni di vita – solamente 15 – che gli sono stati concessi sulla terra, e poi rivendicato più volte e a gran voce da sua madre, Antonia Salzano (oggi protagonista della puntata replica di Verissimo in onda su Canale 5), che non smette mai di ricordare come Carlo Acutis abbia “aiutato tanta gente a riscoprire la fede” dando “attenzione e amore agli altri” in una prova di devozione che può essere da esempio sia per “chi crede che per chi non crede”.



Chi è Carlo Acutis: l’incrollabile fede, la malattia e la beatificazione

Tornando un pochino indietro fino al 1991, scopriremmo che Carlo Acutis è nato a Londra il 3 maggio di quell’anno, da una famiglia benestante con un padre (Andrea) noto nella borghesia torinese e dalla già citata Antonia; e dopo il primo battesimo in una chiesa londinese il 18 dello stesso mese, l’8 settembre la famiglia tornò a Milano. Qui un piccolissimo Carlo ha frequentato il nido comunale, per poi passare all’Istituto Tommaseo delle suore Marcelline per tutti gli anni delle elementari e delle medie: fu proprio qui che Carlo Acutis iniziò a coltivare il suo amore per il Signore e per la Chiesa, iniziando a frequentare le messe – ha raccontato la madre negli anni – “tutti i giorni da quando a 7 anni aveva preso la Prima comunione” con un anticipo di circa 2 anni rispetto alla tradizione cristiana.



Ciò che distinse il ragazzo per tutta la sua – purtroppo breve – vita era stata proprio questa ferma fede che traspariva in ogni suo gesto e in ogni sua parola, tanto che non gli è mai interessata la vita agiata che avrebbe potuto condurre grazie ai suoi genitori, neppure (e torniamo al parallelismo con il Poverello) la vita l’ha costretto a spogliarsi di tutto. Nel 2006, infatti, Carlo Acutis si ammalò gravemente ed improvvisamente, scoprendo solamente in ospedale una leucemia fulminante che di lì a 3 giorni ne avrebbe causato la morte: una sentenza affrontata con il sorriso e con la promessa di continuare a fare del bene per il mondo, dedicando la sua morte al Signore.

Così veniamo a poche settimane fa quando si è completato il processo di beatificazione di Carlo Acutis avviato nel 2012 per volere della famiglia e collegato ad uno dei tanti miracoli che ha compiuto: quell’anno, infatti, grazie ad un piccolo lembo di un suo pigiama donato dalla madre ad un prete brasiliano, usato per benedire un bambino di 6 anni affetto da una incurabile deformazione del pancreas. Tre giorni dopo la benedizione – ha raccontato ancora la madre – “il bambino ha mangiato cibo solido senza che stesse male. Il pancreas si era completamente riassettato”. Un miracolo riconosciuto da Papa Francesco e che ha consegnato Carlo Acutis alle file dei servitori del Signore.