Fra le tracce scelte dal Miur per la prima prova della maturità 2019, anche il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia nel 1982. Emozionati i figli del compianto militare dell’arma dei carabinieri, a cominciare dal volto noto della televisione, Rita, che ha commentato: «Sono molto orgogliosa e credo sia un bellissimo segnale non solo per i ragazzi, ma per tutti. E’ orgoglio puro – ha aggiunto la conduttrice – ed è un bel segnale anche per tutto il lavoro che stanno facendo gli insegnanti nelle scuole, in particolare in Sicilia, su mio padre ed il suo lavoro. Oggi i ragazzi sanno chi è, ne parlano a scuola ed in famiglia: è un pezzo di storia d’Italia, è il mio cuore. Ribadisco, sono veramente orgogliosa di questa scelta. Non vedo l’ora di dirlo al mio nipotino di 11 anni che sa tutto sono veramente felice, è davvero un bel segnale per i ragazzi». Soddisfatto anche l’altro figlio del generale nonché fratello di Rita, Nando Dalla Chiesa: «È bellissimo, è un evento di grande portata, perchè uno degli obiettivi della mafia è far dimenticare le vittime e che sia entrato nel tema è un fatto civile di grande portata». Non è mancata comunque una piccola polemica da parte di Nando, che ha aggiunto: «E’ un pezzo di storia importante, anche se nei libri di storia di mafia non si parla praticamente mai». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CARLO ALBERTO DALLA CHIESA, CHI È?

Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è uno dei due argomenti scelti dal Miur, il ministero della pubblica istruzione, in merito alla prima prova dell’esame tipologia C, tema d’attualità. Dalla Chiesa, padre della nota Rita, conduttrice televisiva, è un martire dello stato, essendo stato ucciso dalla mafia per la sua importante attività a contrasto della malavita. Generale e prefetto italiano, figlio a sua volta di un generale dell’arma dei carabinieri, ha partecipato alla Resistenza durante la fine della seconda guerra mondiale, aiutando a liberare l’Italia dalla dittatura fascista. Dopo che è terminata la guerra, Dalla Chiesa si trasferì in Sicilia dove ha iniziato a contrastare la mafia locale, più comunemente nota come Cosa Nostra. Il 3 settembre del 1982 venne ucciso in un attentato mafioso in cui morirono anche la moglie, Emanuela Setti Carraro, e l’agente di scorta, Domenico Russo.



Qui la traccia svolta per il Sussidiario.net da Camilla Groppo

DALLA CHIESA FRA LE TRACCE DELLA PRIMA PROVA

L’auto su cui viaggiava il generale, una A112, si trovava a Palermo in via Isidoro, attorno alle 9 e un quarto di sera, quando venne affiancata da una BMW,da cui partirono delle raffiche di Kalashnikov che uccisero all’istante il militare e la moglie. Dietro l’A112 vi era un’altra automobile su cui viaggiava Russo, e che è stata a sua volta affiancata da una motocicletta da cui partirono degli spari. L’agente non morì sul colpo, ma ricoverato presso l’ospedale palermitano, spirò 12 giorni dopo. Per i tre omicidi sono stato condannati tutti i vertici di Cosa Nostra dell’epoca, leggasi Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci: per loro il giudice emesse la sentenza di ergastolo. Secondo quanto specificato dai giudici, quello di Dalla Chiesa fu l’assassino più grave della storia della Repubblica italiana dopo l’omicidio di Aldo Moro. In occasione del funerale, celebrato nella chiesa di San Domenico a Palermo, si ebbero momenti di tensione fra le persone comuni accorse per un ultimo saluto, e gli esponenti della politica del tempo: questi ultimi vennero infatti accusati di aver abbandonato Dalla Chiesa, che nelle settimane precedenti la morte aveva chiesto un maggiore aiuto dallo stato per la lotta alla mafia.



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