Carlo Alberto Dalla Chiesa, generale e prefetto a Palermo, fu ucciso nella stessa città il 3 settembre 1982, in via Carini, vittima di un terribile attentato di mafia insieme alla moglie, Emanuela Setti Carraro, e a un agente della scorta, Domenico Russo. Da allora il dramma di Carlo Alberto Dalla Chiesa, e il ricordo di quel suo impegno per la legalità drammaticamente interrotto, riecheggia tra le cronache come uno dei capitoli più atroci della lotta tra giustizia e criminalità organizzata, tra bene e male nel cuore di una Sicilia segnata da una lunga scia di stragi.



Quel giorno, l’auto sulla quale viaggiavano Carlo Alberto Dalla Chiesa e la moglie Emanuela Setti Carraro sarebbe stata affiancata da un veicolo di grossa cilindrata in via Carini. Veicolo da cui fu esplosa una scarica di colpi di Kalashnikov rivolti anche all’auto della scorta condotta dall’agente Domenico Russo. Il generale e sua moglie morti sul posto, Russo, ferito gravemente, deceduto in ospedale pochi giorni più tardi. Figlio di un carabiniere, Carlo Alberto Dalla Chiesa era diventato a sua volta un volto di spicco dell’Arma in qualità di generale e di uomo al servizio della legge, una vita intera spesa a combattere la malavita, da Nord a Sud, e le brigate rosse.



Chi era Carlo Alberto Dalla Chiesa, generale ucciso nell’attentato di via Carini a Palermo

Carlo Alberto Dalla Chiesa era nato a Saluzzo, in Piemonte, il 27 settembre 1920. Al momento dell’agguato di mafia in cui avrebbe trovato la morte, il 3 settembre 1982, poche settimane lo separavano dal suo 62° compleanno. Nel suo percorso una brillante carriera nell’Arma dei Carabinieri, il ruolo di generale e poi, una manciata di mesi prima dell’attentato in cui perse la vita con la moglie e un uomo della sua scorta, quello di prefetto a Palermo. “La loro barbara uccisione rappresentò uno dei momenti più gravi dell’attacco della criminalità organizzata alle Istituzioni e agli uomini che le impersonavano, ma, allo stesso tempo, finì per accentuare ancor di più un solco incolmabile fra la città ferita e quella mafia che continuava a volerne determinare i destini con l’intimidazione e la morte”. Così, nel 2021, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sintetizzato la tragedia di Carlo Alberto Dalla Chiesa, un uomo impegnato senza sosta nella dura battaglia contro organizzazioni criminali e terrorismo.



Padre ufficiale dei Carabinieri, Romano Dalla Chiesa, così il fratello Romolo, Carlo Alberto Dalla Chiesa è cresciuto sulle orme dell’esempio di famiglia e ha dedicato la sua esistenza alla lotta alle mafie. Ha indossato la divisa all’età di 22 anni e, dopo numerosi impegni al Nord Italia, sarebbe partito per la Sicilia. Terra bellissima e all’epoca immersa nel più profondo abisso della paura. Diventato generale nel 1973, Carlo Alberto Dalla Chiesa avrebbe assunto la guida della divisione Pastrengo a Milano, aprendo a un lungo capitolo di lotta alle br. Nel 1981 l’incarico di vicecomandante dell’Arma e il 2 maggio 1982 la nomina a prefetto di Palermo. Appena quattro mesi prima di essere ucciso. Carlo Alberto Dalla Chiesa, sposato una prima volta con Dora Fabbo– dal 1945 al 1978, anno in cui la donna è morta a causa di un infarto – ha avuto tre figli da lei: Rita, Nando e Simona Dalla Chiesa. Qualche anno dopo essere rimasto vedovo, il generale Dalla Chiesa si sarebbe unito in matrimonio con Elisabetta Setti Carraro, sua seconda moglie morta con lui nella strage di via Carini.