Ha parlato ovviamente del padre Carlo Alberto Dalla Chiesa la figlia Rita, ospite del programma “Oggi è un altro giorno”, in diretta su Rai Uno. Il volto noto della televisione ha ricordato il gesto delle rose: “Le roselline rosa erano la prerogativa di mio padre, io i primi fiori li ho avuti quando avevo 4/5 anni. La rosa è una tradizione di famiglia, mia nipote che è nata ora si chiama Rosa, e mio fratello porta sempre ogni domenica una rosa a mamma e papà. Mio padre portava le rose a me che ero la maggiore, e a mia madre. Papà era molto più romantica di mamma, lei era più pragmatica, lei era bellissima, mediterranea, mora con gli occhi neri, era molto molto bella. Ho vissuto tutta la mia vita da bimba in caserma, non avevo di fatto una mia casa; ho passato la mia vita a guardare nelle case degli altri e questa cosa mi è rimasta ancora. Non abbiamo mai avuto una casa veramente nostra, ma mi sentivo speciale perchè cambiavamo città sempre, perdevo amici e fidanzatini ma era bello, era una vita vivace. Delle caserme mi ricordo via Moscova a Milano e quella di Palermo”. Sulla scomparsa del papà: “C’è stata rabbia perchè è stato lasciato solo dopo aver aiutato il paese per tutta la vita. Io devo dire un grazie a mio fratello, che da due giorni dopo la morte di papà ha passato tutta la sua vita per capire cosa fosse successo, chi fosse stato, e ha fatto battaglie enormi. Eravamo solo ragazzi ed eravamo senza genitori”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CARLO ALBERTO DALLA CHIESA, PADRE DI RITA, COME È MORTO? LEI: “MAI VISTO PIANGERE”
Chi è il padre di Rita dalla Chiesa? Carlo Alberto dalla Chiesa, il generale e prefetto italiano nato nel 1920 e morto poco più di 60 anni dopo, a Palermo, vittima di un attentato vittima di quella mafia che lui stesso ha cercato di combattere e contrastare tra il 1966 e il 1973, quando era al comando della Legione Carabinieri di Palermo. Fu proprio nella città siciliana che tornò anni dopo, nel 1982, nei panni di prefetto con l’incarico di contrastare Cosa nostra così come aveva fatto con il terrorismo, ma pochi mesi dopo, in via Carini, fu ucciso con la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. La sua storia non deve essere dimenticata e la figlia Rita dalla Chiesa continua a parlarne proprio per questo. Le generazioni moderne non conoscono la sua storia, sono all’oscuro della sua battaglia ma anche di quella che era la vita a quei tempi e li stessa ha ribadito spesso: “Chi non li ha vissuti non può sapere cosa sono stati. Anni nei quali potevi perdere la vita solo facendo la fila alla posta. Sparavano a un simbolo, una divisa, non a un uomo. Anni cupi, di piombo. E non solo per la mia famiglia”.
Rita dalla Chiesa racconta Alberto dalla Chiesa
Ma Rita dalla Chiesa non ha solo l’immagine dell’uomo indivisa che ha combattuto per gli italiani contro nemici spesso invisibili e ben nascosti anche nelle istituzioni, ma anche di un uomo che credeva molto nella famiglia, un uomo che quando lei si è separata non le ha rivolto parola per un po’, lo stesso che era un padre premuroso e che ogni 22 giugno, per il suo onomastico, le ha regalato delle rose. Lei stessa ha raccontato: “Era molto affettuoso, quando entrava a casa cambiava sguardo. In un ultimo biglietto, quasi premonitore, ci ha scritto “Voletevi bene sempre, come ora”. Cosa racconterà a Oggi è un altro giorno ospite nel pomeriggio?