Tra grande centro e Matteo Renzi, Carlo Calenda a tutto tondo ai microfoni del Corriere della Sera. Il leader di Azione è il primo sponsor di un grande fronte riformista a sostegno di Mario Draghi anche alle politiche del 2023, ma le regole del gioco sono tutte da dettare. Netto il suo giudizio di Renzi: «Non si capisce qual è la sua linea politica . Renzi è andato alleato con i Cinque stelle in molti Comuni, senza contare gli accordi con il forzista Miccichè in Sicilia».
Sempre a proposito del senatore di Rignano, Carlo Calenda ha posto due condizioni imprescindibili: «In primo luogo che smetta di fare il businessman ed essere pagato da paesi stranieri, poi di farla finita con i tatticismi». E, soprattutto, da parte di Renzi non è mai arrivata una proposta seria di collaborazione, ha ribadito l’ex titolare del Mise.
CARLO CALENDA: “NO BERLUSCONI-QUIRINALE”
Come anticipato in apertura, Carlo Calenda ha parlato dell’ipotesi di un nuovo grande centro e si è detto contrario a questo scenario, invocando «un grande partito liberaldemocratico e riformista che porti avanti il modo di governare di Draghi». Il capo politico di Azione si è detto pronto a collaborare con i movimenti politici che condividono questa prospettiva, un rassemblement guidato da Mara Carfagna? «Penso che Mara stia facendo il suo percorso all’interno di Forza Italia e non abbia intenzione di fare altro. Sono chiacchiere oziose, credo. C’è un lavoro politico e su questa linea andremo avanti. Altre cose sono materiale per retroscena». Carlo Calenda si è poi soffermato sull’ipotesi Silvio Berlusconi al Quirinale: «No, perché penso che Berlusconi sia stato un uomo di parte, mentre il Quirinale ha bisogno di una persona che rappresenti il pezzo più ampio possibile del Paese».