«Tutto è stato buttato a mare perché Pd, Movimento 5 Stelle e Italia Viva dovevano accontentare Barbara Lezzi, secondo me in un Paese normale questo non succede»
: senza troppi giri di parole Carlo Calenda sul dossier Ilva. L’ex ministro dello Sviluppo Economico è intervenuto ai microfoni di Omnibus per commentare le ultime notizie sullo stabilimento tarantino: «Io ritengo che le persone siano innocenti fino a prova contrari, sono fatti molto precedenti al mio arrivo alla gestione del dossier Ilva e non li conosco. So che ci sono stati processi che hanno avuto esito opposto a Milano e Lecce, il tema è cosa fa la politica rispetto all’Ilva. In tutto il mondo gli impianti vengono riqualificati ma qua non si riesce a fare niente».
Carlo Calenda ha poi ripercorso quanto accaduto sotto la sua gestione, ma non solo: «Quando sono arrivato al Ministero, Ilva era in amministrazione straordinaria. Quello che è successo è che abbiamo fatto la gara, come previsto dalla normativa europea. Chi ha vinto, ha avuto l’Ilva in affitto, poi in conversione in vendita, e con un contratto vincolante di cinque anni e ad una sorveglianza equivalente a quella che il governo esercita sull’amministrazione straordinaria. Questi signori si sono impegnati a fare 4,2 miliardi tra investimenti e prezzo, avevano il divieto di licenziamento con penali altissime, non potevano chiudere l’Ilva perché facemmo una norma che avrebbe riportato l’Ilva in amministrazione straordinaria in caso di inadempienza e avrebbero pagato un sacco di penale. Questa cosa è stata confermata da Di Maio, poi è saltata perché è stato cancellato lo scudo penale».
CARLO CALENDA: “ILVA FINIRÀ COME BAGNOLI”
Carlo Calenda
ha poi aggiunto a proposito dello scudo penale: «Era stato dato ai commissari, non a Mittal, e diceva che se tu fai le opere del piano ambientale approvato dal governo nei tempi giusti, nessuno ti può contestare un reato penale. Una norma che in qualunque altro Paese del mondo non avrebbe senso di esistere. Mittal ha minacciato di andarsene, è stata cancellata e ha dato la disdetta. E’ stata cancellata con l’accordo di Pd, Italia Viva e M5s. Conte ha dichiarato di essere l’avvocato del popolo e di fare la madre di tutte le cause, ma ha fatto un accordo che prevede che lo Stato entri dentro». «Il salto dello scudo penale è stato fatto nel momento peggiore dell’acciaio, hanno dato la possibilità a un operatore blindato con obblighi stringenti di liberarsi e di acquisire una posizione di forza», l’affondo di Carlo Calenda, che non si è detto molto fiducioso: «La mia opinione è che Ilva finirà come Bagnoli, quella acciaieria non è gestibile perché ci sono continue interferenze di magistratura e politica e perché si dicono un sacco di fesserie».