La Rai annuncia che Carlo Conti sarà il nuovo conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo e Striscia la Notizia torna alla carica contro la tv di Stato. Lo fa Pinuccio con un servizio che getta qualche ombra sulla nomina odierna. La questione riguarda la durata del contratto: la rubrica “Rai Scoglio 24” segnala che l’accordo riguarda il biennio 2025-2026, ma c’è qualcosa che non torna in riferimento alla convenzione con il Comune di Sanremo.



Infatti, Pinuccio, che ha avuto modo di visionare la famigerata convenzione per la gestione e organizzazione del Festival di Sanremo, ritiene che i “conti” non tornino. L’inviato di Striscia la Notizia ha scoperto che la convenzione in questione scade tra un anno, motivo per il quale risulta strano, a detta di Pinuccio, che la Rai abbia contrattualizzato Carlo Conti per due anni, ricordando che viene retribuito con i soldi dei contribuenti italiani. Peraltro, il Comune di Sanremo, che è un ente pubblico, non ha mai pubblicato il bando per l’affidamento del Festival di Sanremo.



DALLO SCOOP DI STRISCIA ALL’APPELLO DEL CODACONS

Proprio per questo motivo, a luglio potrebbe arrivare una sentenza che bloccherebbe il Festival di Sanremo del 2025. Lo spiega Striscia la notizia, secondo cui qualcuno potrebbe anche decidere di rivolgersi alla Commissione europea. Pinuccio aggiunge un altro retroscena nel servizio di Striscia la notizia che andrà in onda su Canale 5 alle ore 20:35: «Abbiamo saputo che ci sono altre grosse emittenti intenzionate a prendere il Festival».

A proposito di polemiche, dopo l’annuncio su Carlo Conti, il Codacons è intervenuto rivolgendogli un appello affinché rompa col passato e si allontani dalla strada tracciata da Amadeus, riportando la musica al centro del Festival, visto che le ultime edizioni avevano come obiettivo solo quello di attirare un pubblico di giovani e avere l’attenzione dei social, «a tutto discapito della qualità dei brani in gara». Il Codacons ha chiesto l’istituzione di una commissione tecnica per la scelta delle canzoni che non tenga conto di notorietà e seguito social. Infine, chiede la partecipazione di un membro delle associazioni dei consumatori alle fasi, alla luce dei problemi su telefoto e pubblicità occulta che ha sollevato.