Carlo Conti è ancora una volta il conduttore dei Premi David di Donatello 2021. Il volto noto della Rai torna al timone della 66ª edizione dei Premi David di Donatello, in onda martedì 11 maggio su Rai1 dalle ore 21.25 con la regia di Maurizio Pagnussat su Rai1. La cerimonia di consegna dei Premi cinematografici italiani, equiparati agli Oscar americani, si terrà in diretta dagli studi televisivi “Fabrizio Frizzi” e dal prestigioso Teatro dell’Opera di Roma. Il conduttore, attualmente in onda anche con Top Dieci, si è raccontato dalla pagine de La Repubblica parlando proprio di tv.



“Da anni non ho mai vissuto la sfida di ‘questo contro quello’, non vivo questo tipo di tensione, non mi angoscio” – ha precisato il conduttore toscano che in riferimento alla passata edizione dei David di Donatello ai tempi del Covid ha sottolineato – “il gala dei David di Donatello 2020 nel lockdown si fermò all’8% di share ma era una sfida che mi ha dato tanta soddisfazione, con tutti i vincitori collegati. A volte è più importante quello che vai a fare”. Non solo, Conti si è poi soffermato sul programma Top dieci rivelando: “è un divertimento assoluto, ma non vado in tv con l’idea della sfida ‘questo batte quello’. Per quanto mi riguarda l’importante è fare un buon prodotto e riunire la famiglia davanti alla tv. E’ la cosa a cui tengo di più”.



Carlo Conti e la Rai: “diventiamo di famiglia, devi entrare nelle case con educazione”

Carlo Conti è uno dei conduttori più amati dal pubblico italiano. Volto noto e oramai storico della Rai, il conduttore che ha da poco compiuto 60 anni non vive di competizione. Parlando del futuro televisivo è consapevole del fatto che prima o poi arriveranno in Rai nuovi conduttori: “è giusto che ci sia un ricambio, com’è stato per la mia generazione quando siamo arrivati in tv e c’erano i grandi presentatori. C’è spazio per tutti”. Non solo, Conti ha aggiunto: “è giusto che arrivino nuovi volti maschili e femminili” – facendo però una doverosa precisazione – “penso che per approdare su Rai 1 devi avere una sorta di patente speciale di fiducia. Diventiamo di famiglia, ma devi entrare nelle case con educazione. Sicuramente saranno trentenni e quarantenni a sostituirci”.



Infine impossibile non parlare della malattia da Covid che mesi fa l’ha visto costretto al ricovero: “è una disavventura che ti cambia profondamente. Ricordo innanzitutto la paura di poter contagiare la mia famiglia, mia moglie e mio figlio Matteo. Lo stupore di essere positivo, perché ho sempre tenuto alta la guardia. I primi giorni non ho accusato grandi sintomi, ma devo ammettere che è stato il saturimetro a salvarmi e consiglio a tutti di averne uno in casa”.