Carlo Conti, alla vigilia del debutto del suo nuovo show su Rai uno “I migliori anni“, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano La Repubblica nella quale parla del suo rapporto con la televisione ed il successo, e racconta alcuni dettagli della sua vita privata e di come siano cambiate le sue abitudini prima e dopo il matrimonio. Anche perchè, quella fu “La prima e l’unica trasgressione delle mia vita“, come afferma Conti. Il presentatore infatti rivela che anche da giovane non è stato mai attratto da droghe e alcol. 



E dice “In discoteca bevevo solo acqua, non mi sono mai ubriacato e non ho mai fatto una canna, anche se nell’ambiente giravano. Ma per me essere lucidi è importante. E poi mi interessavano più le ragazze“. Ammette di essersi dato “molto da fare” con le donne in passato e dice “Forse qualcuna avrà sofferto, ma ho sempre lasciato con onestà e buona fede. Giravo, frequentavo ma sono stato sempre rispettoso. Tanto che con la mia prima fidanzatina ci scambiamo ancora gli auguri“.



Carlo Conti “Sentivo la necessità di avere una famiglia”

Carlo Conti, intervistato da Repubblica, parla anche della sua storica amicizia con Pieraccioni e Panariello, e afferma “Questo rapporto conta tanto,  ma facciamo ordine. Ho due amici dai tempi della scuola,Giacomo e Andrea; nell’adolescenza ho conosciuto Leonardo e Giorgio. Quando mi sono sposato avevo difficoltà per scegliere i testimoni. Ma hanno avuto tutti un ruolo“.  Quindi, ricorda anche i momenti divertenti vissuti in passato “Andavamo in discoteca, poi in tv, alla radio, il desiderio di migliorarsi e crescere ci ha portato avanti“. Per i suoi amici, Conti era stato sempre considerato come “Quello che non si sarebbe mai sposato“, eppure, dice “Li ho spiazzati“. “Ho sentito la necessità di avere una famiglia“.



Infine un pensiero per la madre Lolette, Carlo Conti dice “Le devo tutto“. “Mio padre è morto che avevo 18 mesi, ha lavorato come una pazza“, e aggiunge “Non ho mai sentito la mancanza di un padre. L’ho capito un giorno, ero già grandicello. Avevo 18 anni. Ero andato a giocare a tennis con Leonardo e il suo babbo dietro la rete lo incoraggiava. Mi sono girato, io ero solo“.