Carlo Conti confessa il suo passato da dongiovanni ma condivide anche il dolore per la morte del padre quando era appena un bambino. “Da adolescente ero un timidone, di carattere sono molto tranquillo molto rilassato e non ho mai fatto a botte in vita mia da bambino, perché ci si deve sempre confrontare, la parola risolve sempre” racconta il conduttore, ospite nel salotto di Generazione Z in onda su Rai 2. Nonostante la timidezza, però, da ragazzo “facevo il disc jockey, avevo capito che stare su quel piedistallo a mettere i dischi le ragazze ti vedevano prima di tutti gli altri. Quindi se c’era qualcuna che aveva dei gusti verso i riccioli scuri, perché allora li avevo, andava tutto alla grande, però sempre con grande rispetto e senza mai pubblicizzare troppo le conquiste”.



Carlo Conti ammette però di non aver mai “convissuto se non da sposato, poi ho incontrato Francesca (Vaccaro, sua moglie ndr) ma ho continuato a fare un po’ il ragazzaccio. Un giorno mentre chiacchieravo con Antonella Clerici mi sono trovato a un punto nel quale stavo costruendo il successo però sentivo che mi mancava qualcosa, che costruivo per niente. Insomma, avevo voglia di condividere, di costruire la famiglia e quindi per fortuna Francesca era ancora lì che stava aspettando questo ragazzaccio ”.



Carlo Conti: “senza mamma non avrei gli stessi valori, ha dedicato sua vita a me”

Carlo Conti è diventato padre ma non ha mai conosciuto il suo babbo. “Io non me lo ricordo. I miei si sono sposati nel ‘60, nel ‘61 sono nato io e nel ‘62 è morto il babbo – confessa alla conduttrice Monica Setta – Ho avuto questa mamma fortissima che ha fatto da babbo e da mamma, si è rimboccata le maniche con anche pochissime disponibilità economiche, anzi è ripartita da zero, però ha deciso di non risposarsi”. Carlo Conti pensa che non fosse stato allevato dalla mamma “non lo so se avrei gli stessi valori, se sarei cresciuto con queste stesse cose che mi ha insegnato lei. Una donna ha un’energia che un uomo non riesce ad avere, lei è riuscita da sola a fare tutti e due i ruoli, magari un uomo si sarebbe risposato quindi avrebbe avuto un’altra famiglia”.



La madre di Carlo Conti è una donna che “ha dedicato la sua vita per tirarmi su, la cosa più importante per lei era che io mi diplomassi e trovassi un posto di lavoro. Quando mi sono diplomato ho fatto un colloquio in una banca e mi hanno assunto. Però io ovviamente già lavoravo in discoteca e trasmettevo alla radio, quindi stavo otto ore in ufficio, alle 5 uscivo e trasmettevo alla radio dalle 6 alle 8, poi il venerdì, sabato e domenica andavo in discoteca, arrivavo il lunedì mattina parecchio rincoglionito”. Finché “un bel giorno andando in ufficio mi sono detto: perché io mi devo obbligare tutte le mattine ad andare in un posto dove non ci vado volentieri, sto male otto ore e voglio fare tutt’altro? Quindi sono andato direttamente dal direttore mi sono licenziato. Il problema era poi dirlo alla mia mamma. Quando gliel’ho detto è svenuta letteralmente. Quando si è ripresa però poi giustamente mi ha detto: ‘Carlo se non ci credi tu in quello che fai chi ci deve credere?’