Carlo Cottarelli, economista e commissario straordinario per la spesa pubblica nel Governo Letta, ha fornito in un’intervista concessa a “Il Riformista” il suo personale punto di vista circa l’ingarbugliata questione autostrade. “So di non sapere, come Socrate”, ha affermato l’esperto, a dimostrazione di come la vicenda sia tutt’altro che agevole da comprendere. “C’è incertezza da tutti e due i lati. Mi sembra che il Governo abbia detto ai Benetton che se non avessero ceduto Autostrade, avrebbe tolto loro la concessione. Alla fine Aspi viene nazionalizzata. Benetton riceve un prezzo inferiore al prezzo di mercato. C’è una compravendita fatta al di fuori delle regole e a prescindere dal chiarimento che era necessario avere in giudizio. Una situazione molto strana”. Cottarelli ha quindi sottolineato come le responsabilità debbano essere accertate nel modo più rapido possibile: il ponte Morandi è crollato due anni fa e “ci sono state delle vittime. Non è possibile per un verso che si proceda con una giustizia-lumaca come questa, per l’altro che in mancanza di un giudizio di responsabilità si proceda per presunzione di colpevolezza”. Per poi evidenziare come sia stato sbagliato agitare come una clava la revoca della concessione per far uscire i Benetton.



CARLO COTTARELLI: “QUESTIONE AUTOSTRADE POLITICIZZATA SIN DALL’INIZIO”

Sulle colonne de “Il Riformista”, Carlo Cottarelli ha in seguito rimarcato come, a suo giudizio, la gestione della questione autostrade sia stata gestita in maniera del tutto errata, politicizzandola sin dai suoi esordi. “Prima di tutto bisognava accertare le responsabilità. Il ponte è stato ricostruito, bene. Ma solo a quel punto si sono posti il problema che qualcuno lo dovrà gestire. E inevitabilmente il gestore doveva essere Autostrade per l’Italia. Ma per salvare la faccia hanno dovuto resettare in fretta e furia una vicenda già ingarbugliata”. Ciò che agita il sonno di Cottarelli e degli italiani è l’impossibilità attuale di capire se i Benetton siano veramente i cattivi di tutta questa vicenda: l’economista si dice convinto del fatto che se in Italia esistesse un sistema giudiziario in grado di processare un caso in due anni, come sarebbe opportuno, non staremmo qui a fare  conversazioni dell’assurdo. “Bisogna che la politica si ponga il problema della ragionevole durata del processo. In un Paese normale, davanti a un caso così grave, in due anni bisognava aver fatto tutti e tre i gradi di giudizio. E invece…”. I fatti, ad oggi, dicono che non si è affatto sicuri che Atlantia abbia avuto una responsabilità nelle mancate manutenzioni: servirebbe andare a leggere il contratto e vedere cosa esso prevedesse per il monitoraggio della stabilità e della manutenzione. “È ora di fare chiarezza e leggere le carte – ha concluso Cottarelli-. La presunzione che la società di gestione delle Autostrade non abbia fatto il proprio dovere ha mosso tutto un dibattito pubblico basato su opinioni in libertà, e non è accettabile muoversi solo sulla base dell’emozione, delle pulsioni”.

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