Barriere trasparenti in plexiglass per favorire il distanziamento sociale non solo dei bagnanti in spiaggia ma pure degli avventori in locali e ristoranti? Carlo Cracco non ci sta e anzi dice la sua dopo la conferma che per il mondo della ristorazione la vera Fase 2 comincerà dal prossimo 1° giugno. Lo chef stellato originario di Creazzo ha confermato nel corso dell’ospitata odierna a “Un giorno da pecora”, lo show radiofonico in onda su Rai Radio 1, che, salvo novità, il suo rinomato ristorante si atterrà alle indicazioni del Governo anche se a suo dire qualcosa in più forse si poteva fare ma è stato tassativo sulla possibilità di installare le suddette barriere in plexiglass: “No, mai: piuttosto chiudo tutto” è stata la lapidaria risposta dello chef e imprenditore vicentino che tuttavia sulle altre misure a cui si dovranno attenere i ristoratori nella Fase 2 sembra invece essere più d’accordo.



CARLO CRACCO, “BARRIERE IN PLEXIGLASS AL RISTORANTE? PIUTTOSTO CHIUDO!”

Nel corso della diretta di “Un giorno da pecora”, infatti, Carlo Cracco ha spiegato che a suo dire l’unica misura per garantire i clienti e la loro salute è quella di dover ridurre i coperti: “Ma non vedo altre barriere che si possano frapporre tra il cliente e il personale del locale” ha ribadito il 54enne chef, spiegando che comunque a partire da giugno per lui si tratterà di una situazione molto strana e per certi versi inedita. “Sarà difficilissimo perché in questa situazione già la voglia delle persone di andare al ristorante non sarà tantissima, stiamo venendo fuori da una guerra” ha detto senza tanti giri di parole Cracco, secondo cui ci vorrà tantissimo tempo, forse anche due anni, perché il settore riesca a ripartire veramente. “Il problema sarà anche economico, mentre il fatto che tutti stiano diventando cuochi in casa è un falso problema dato che tutti fra qualche mese avranno la gastrite” ha scherzato il cuoco ed ex giudice di “Masterchef Italia”, aggiungendo che per adesso lui fa il delivery e lavora col negozio online anche “per non farmi venire la malinconia”.



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