Carlo Feltrinelli a 360 gradi nella lunga intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera. Il figlio di Giangiacomo, celebre editore morto 50 anni fa, ha ripercorso la storia della sua famiglia ein particolare del padre, accendendo i riflettori su alcuni degli episodi più noti della sua vita. Ma questo è il primo ricordo di suo padre: «Metà Anni Sessanta, il mare della Corsica in tempesta, le onde alte come nei cartoni animati. Ma io non avevo paura, perché al timone dell’Eskimosa c’era mio padre Giangiacomo. Il capitano dava sicurezza».
Carlo Feltrinelli ha parlato dell’amore tra il padre Giangiacomo e la madre Inge, dal quale è nato lui nel febbraio del 1962, a San Marino, unico posto possibile per riconoscere il figlio di una coppia illegittima: «Anche se in realtà mio padre ha sempre sposato le donne che amava: Bianca, Nanni, Inge, Sibilla. Con mamma si sposarono in una catapecchia in Messico. Per la mia nascita telegrafarono Gianni Agnelli e Pietro Secchia. Secchia poi venne a casa di persona, per chiedere come mai di secondo nome mi avessero chiamato Fitzgerald».
CARLO FELTRINELLI RICORDA IL PADRE GIANGIACOMO
Nel corso della lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, Carlo Feltrinelli ha ricordato il padre come un uomo diffidente ma con un grande senso dell’umorismo. L’editore, ha spiegato il figlio, trattava tutti allo stesso modo, alla pari, e per questo motivo molti gli hanno voluto bene: «Poteva essere scostante, arcigno. Mia madre diceva che era malinconico. E con me? Protettivo. Pieno di affetto. Mi dava grande sicurezza. Anche quando era lontano. Per il nono compleanno mi mandò una conchiglia e questa lettera: “Il regalo più bello che posso farti è lottare per un mondo migliore, per un mondo più giusto”. Mi colpisce sempre quando ci ripenso. Spesso giocavamo a scacchi». Carlo Feltrinelli ha poi parlato della morte del padre: «Mia madre credeva che fosse stato ucciso? «Lo so. Ma mia madre non poteva esserne sicura al cento per cento. Io credo alla versione ufficiale, all’incidente. Ma neppure io posso esserne sicuro al cento per cento».