Sono passati 18 anni dalla morte di Carlo Giuliani al G8 di Genova. Aveva 23 anni quando, durante gli scontri con le forze dell’ordine, un proiettile lo colpì al volto. A sparare fu un carabiniere ausiliario, Mario Placanica. Aveva a cuore le lotte politiche e per un periodo si iscrisse a Rifondazione Comunista. Quello era l’anno delle contestazioni no-global al G8 di Genova e lui era con i manifestanti in piazza. Inizialmente aveva in programma una gita al mare, poi scelse di restare in città per protestare, forse proprio per le notizie dei disordini che circolarono in quelle ore. Si trovava in piazza Alimando, dove un defender dei carabinieri stava facendo manovra per seguire la ritirata dopo una carica respinta. Qualcuno lanciò un estintore verso l’auto dei militari e Carlo Giuliani corse a raccoglierlo per ripetere il gesto, ma venne raggiunto da un proiettile sullo zigomo e cadde a terra.
CARLO GIULIANI, 18 ANNI DOPO LA SUA MORTE AL G8 DI GENOVA
In piazza passò qualche istante prima che ci si rendesse conto dell’accaduto. Nella confusione gli spari non furono avvertiti. E il defender passò due volte sopra il corpo di Marco Giuliani, prima in retromarcia e poi in avanti, allontanandosi. Il colpo partì da quel mezzo. A sparare fu Mario Placanica. Inizialmente si parlò di uno spagnolo ucciso da un sasso lanciato dai manifestanti, poi cominciarono a circolare le immagini che mostrarono la dinamica della tragedia. Cinque giorni dopo, nonostante l’inchiesta per omicidio, il giudice autorizzò la cremazione del corpo senza un’autopsia di parte: ci fu solo quella della magistratura. Nel 2003, dopo l’apertura di un procedimento penale con l’ipotesi di omicidio colposo, Placanica venne prosciolto per uso legittimo di armi e per legittima difesa. Il colpo non era diretto a Marco Giuliani ma in aria e avrebbe raggiunto il ragazzo deviato forse da un sasso lanciato da un manifestante.
CARLO GIULIANI, PROSCIOGLIMENTO E RICORSI
L’investimento di Marco Giuliani fu invece spiegato col tentativo di fuga per mettersi in salvo dai manifestanti che circondavano il defender. Nel 2009 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato lo Stato italiano a risarcire i familiari di Giuliani con una somma di 40mila euro per non aver condotto un’inchiesta adeguata sulla morte del giovane. Poi però due anni dopo, dopo un ricorso, la Corte ha assolto pienamente l’Italia, stabilendo che non è stata violata la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Al caso negli anni sono stati dedicati diversi lavori e opere. C’è il documentario “Quale verità per piazza Alimonda?”, realizzato dal “Comitato piazza Carlo Giuliani”. Di Francesca Comencini invece “Carlo Giuliani, ragazzo”. La vicenda ha ispirato anche decine di canzoni, come “Piazza Alimonda” di Francesco Guccini e “La legge giusta” dei Modena City Ramblers.