Carlo Guaitoli, pianista e collaboratore di Franco Battiato per quasi trent’anni, racconta Il Maestro a “L’Ora Solare”: “Mi sono innamorato di lui nel 1991. Andai ad ascoltarlo in un concerto e rimasi folgorato. Non immaginavo che dopo due anni l’avrei incontrato e avrei iniziato la collaborazione con lui. La sua statura altissima professionale equivaleva a quella umana. È stato un incontro meraviglioso che mi ha formato e mi ha aiutato a crescere”.



Per il musicista, c’è un filo conduttore tra lui e Battiato ed è una canzone speciale, profonda e intima: “Il brano con il quale sento un legame particolare con lui è La Cura. Ricordo l’emozione di chiunque la ascoltò per la prima volta. Franco la concepì senza l’uso del pianoforte. In una tournée del 2003 mi sentì di suonarla al pianoforte e lui mi disse: ‘In questo tour la facciamo così”.



Guaitoli: “Il Maestro mi ha segnato in modo indelebile”

Per Carlo Guaitoli, Battiato è stato non solo un collaboratore, ma anche un amico speciale, quasi un padre: “Non faceva altro che trasferire una luce che gli arrivava dagli altri. Avevamo un’affinità non solo musicale ma anche della vita, degli aspetti spirituali. Lui sapeva che poteva parlare con me di certe cose e viceversa. È stato come avere un fratello maggiore, un secondo padre. La sua generosità, il suo impegnarsi, il suo sentire e migliorarsi sempre… Questo è stato l’aspetto che più di tutti mi ha segnato in modo indelebile”.



Il pianista lavora adesso per far conoscere l’arte del Maestro: “Nel momento della sua scomparsa è stata una richiesta di Battiato. Il mio progetto vuole mettere in risalto proprio l’aspetto musicale degli arrangiamenti. Significa ridare tutto il valore che meritano alle sue canzoni. E mi sento di farlo perché so quanto lui ci tenesse a questo aspetto”.