L’epidemiologo Carlo La Vecchia, ordinario di Igiene a Milano, ha parlato in una intervista a ‘la Repubblica’ della terza dose di vaccino Pfizer, dicendo che secondo lui si deve anticipare a quattro mesi. Allo stesso tempo, La Vecchia ha detto che non ci sarà un inverno come quello 2020: “Nelle prossime settimane vedremo proseguire una modesta salita dei ricoveri. La cosa non ci deve preoccupare enormemente, visto che i nostri servizi sanitari non sono sotto stress“.
Sulla terza dose, Carlo La Vecchia ha detto che devono essere messi in sicurezza gli ultra sessantenni per poi allargarla agli altri. “A chi non è vaccinato consiglio di correre a fare la somministrazione – ha aggiunto -, perché tanto abbiamo capito che l’immunità di gregge non la raggiungeremo e quindi chi è scoperto si può infettare e rischia grosso”.
CARLO LA VECCHIA: “TERZA DOSE A TUTTI IN FUTURO”
Qualche giorno fa l’epidemiologo Carlo La Vecchia aveva detto che “appena sarà possibile dobbiamo fare tutti la terza dose, esattamente come si fa per il morbillo”. Soffermandosi sulla Lombardia, aveva detto: “I casi sono aumentati del 20 per cento nelle ultime due settimane e anche se Terapie intensive e decessi restano stabili, il trend che mostrava un 10 per cento di ricoveri in meno ogni settimana si è invertito: negli ultimi sette giorni sono cresciuti di undici punti. Un certo pessimismo sul prossimo periodo c’è. Ma resta una situazione difficile da interpretare”.
Sulla terza dose aveva detto: “Di sicuro è urgente che la facciano tutti i grandi anziani e i fragili. E oltre agli operatori sanitari, gli ultraottantenni e gli ospiti delle case di riposo, bisognerebbe ampliare la platea degli over sessanta di questo periodo accorciando il lasso di tempo necessario dalla seconda dose: sei mesi sono troppi, sarebbe meglio fossero quattro”.