Il nuovo boom di casi di coronavirus in Italia non fa dormire sonni tranquilli agli esperti, che giorno dopo giorno assistono all’aggravarsi della situazione nel nostro Paese. Dopo i quasi 100mila contagi di ieri, mercoledì 29 dicembre 2021, l’invito alla cautela e alla massima attenzione è stato ribadito più volte, con gli addetti ai lavori che hanno fatto suonare non pochi campanelli d’allarme per cercare di convincere i cittadini italiani ad uscire il meno possibile, evitare di avere contatti e tenersi lontani dagli assembramenti.



L’ultimo a ribadire questo messaggio è stato l’epidemiologo dell’Università di Milano Carlo La Vecchia, che nel corso di un’intervista rilasciata a La Repubblica ha consigliato a tutti di non uscire di casa: “Bisogna comportarsi come se fossimo in zona rossa. Il consiglio è di starsene a casa ed evitare contatti. Il problema  sono i malati gravi. Sul numero di casi ormai non c’è controllo perché i vaccini servono poco contro l’infezione, cioè la positività. Semmai sembrano proteggere contro il ricovero. Se lo fanno davvero questa ondata sarebbe grave ma non tragica. Se invece la protezione dalle forme più importanti di malattia è limitata allora siamo in un pasticcio grosso”.



LA VECCHIA: “SISTEMA AL COLLASSO, EVITARE CONTATTI”

Carlo La Vecchia, sentito da La Repubblica, ha spiegato: “Comunque la terza dose fa aumentare gli anticorpi di 50 volte. Speriamo che contrasti Omicron. Il consiglio è di correre con i booster, in particolare dai 50 anni in su. Con la diffusione della positività che abbiamo in questo momento, in giro ci sono da 2,5 a 3 milioni di positivi di cui ne conosciamo solo 675mila, quelli che hanno fatto il tampone. Quindi non cambia molto mettere regole diverse riguardo alla quarantena. Nel Cts ci sono persone competenti. Del resto i malati dopo una settimana non sono più contagiosi. Trasmettono nei due giorni precedenti e poi fino a due o tre giorni dopo la malattia”.



Sul fronte Omicron ha poi aggiunto: “Abbiamo bisogno di una quindicina di giorni per avere un’idea più precisa, francamente la scorsa primavera tutti speravamo che i vaccini chiudessero questa storia. In effetti hanno funzionato benissimo sulla Delta, adesso siamo in attesa. Molti milioni di italiani potrebbero essere colpiti prossimamente da Omicron. Ora il problema è capire se in modo lieve. Il timore è che nei prossimi 15 giorni ci siano problemi nei servizi sanitari. Con numeri così alti di nuovi casi, se anche il 2% dei contagiati va in ospedale, nei prossimi giorni potrebbero esserci 2 mila contagiati al giorno. E il sistema sanitario collasserebbe“.