Il filosofo italiano Carlo Lottieri, autore del libro dal titolo “La proprietà sotto attacco”, in una intervista a La Verità, ha parlato proprio di come il concetto di proprietà sia cambiato nel tempo, andandosi sempre più a indebolire. “Alcune ragioni sono ideologiche e altre, invece, discendono dal rapporto tra politici ed elettori”, ha premesso. 



Per quel che concerne le questioni prettamente politiche, lo scenario è chiaro. “Nelle democrazie contemporanee, infatti, quanti governano ‘comprano’ voti distribuendo favori, ma per farlo devono calpestare il diritto e in particolare il diritto di proprietà”. È un meccanismo che funziona più oggi di ieri. “Non c’è dubbio. Durante il XX secolo tassazione e spesa pubblica sono cresciute grosso modo di cinque volte. Oltre a ciò, abbiamo una fitta regolazione in virtù della quale anche ciò che formalmente resta nelle nostre mani, in realtà non è più sotto il nostro controllo. Come nel caso di un’abitazione che non posso affittare per un solo giorno”.



Carlo Lottieri: “Proprietà è indebolita, è interesse dei politici”. Il parere del filosofo italiano

L’indebolimento della proprietà, secondo Carlo Lottieri, è stato quasi imposto da chi è più forte, che ne trae dei benefici. “Dobbiamo tenere presente che l’interesse dei politici e dei loro complici è che noi si sia spogliati di ogni cosa e di conseguenza bisognosi di tutto. Una società di gente senza nulla è più governabile. Per giunta, le classi dirigenti sono dominate dalla presunzione di chi si ritiene chiamato ad amministrare l’intera società, e per farlo deve svuotare ogni titolo di proprietà”.



Al contrario, a farne le spese sono i più deboli. “I favoreggiatori intellettuali della classe politica hanno diffuso la convinzione che avere qualcosa o conoscere la realtà significherebbe disporre di ‘potere’ sugli altri. Di conseguenza, il vero dominio di chi ci aggredisce viene legittimato”, ha concluso.