Carlo Nordio

promuove i referendum sulla giustizia di Lega e Radicali. L’ex procuratore aggiunto a Venezia ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de Il Dubbio ed ha esordito commentando la proposta di abrogare la legge Severino, il suo giudizio è netto: «Sostengo da sempre l’abrogazione di questa legge, che è nata male, in quanto è stata applicata subito nei confronti di Berlusconi in modo retroattivo. E da lì si è vista l’anomalia di questa legge, perché aveva colpito una persona per un fatto commesso prima dell’entrata in vigore della legge stessa».



Carlo Nordio ha sottolineato che la legge Severino non è stata fatta dopo una opportuna valutazione tecnica, ma unicamente per «ragioni di demagogia politica». Ma non è tutto: l’esperto ha aggiunto che la legge confligge con la Costituzione, «che stabilisce la presunzione di innocenza, dato che è applicabile anche alle sentenze che non sono passate in giudicato».



CARLO NORDIO: “REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA É GRANDE OCCASIONE”

Nel corso della lunga intervista, Carlo Nordio ha poi parlato di un’altra proposta molto dibattuta nelle ultime settimane, ovvero l’abolizione di reati come l’abuso d’ufficio e il traffico di influenze, che sono alla base della cosiddetta amministrazione difensiva. L’ex procuratore si è detto a favore dell’abolizione del complesso di norme, in grado di provocare la paralisi o il rallentamento della pubblica amministrazione per la paura di essere denunciati. Tornando al referendum sulla giustizia, Carlo Nordio ha messo in risalto di avere qualche dubbio sulla formulazione tecnica dei quesiti, ma di una cosa è certo, questo referendum è l’unica occasione per dare uno scossone al sistema giudiziario italiano: «Non è un sovrapporsi al Parlamento, è fare ciò di cui il Paese ha bisogno e che il Parlamento non è in grado di fare, perché sulla giustizia penale è dannatamente diviso e, anzi, è dominato da una corrente che potremmo dire “giacobina”, giustizialista. Una maggioranza che probabilmente col prossimo Parlamento cambierà, ma che con questo non è assolutamente in grado e non ha nemmeno intenzione di fare quelle riforme fondamentali, con la revisione totale del nostro sistema, soprattutto penale. E poiché questo governo, anche giustamente, ha delle altre priorità, come la sanità e l’economia, l’urgenza della riforma della giustizia è messa da parte».