Carlo Nordio a tutto tondo nella lunga intervista concessa ai microfoni del Messaggero. Tra carriera politica, vita da procuratore e il lato privato, il ministro della Giustizia ha esordito parlando di Silvio Berlusconi, scomparso lunedì all’età di 86 anni. I due si conoscevano abbastanza bene: “Abbiamo avuto in tutto una quindicina di colloqui prima e durante questo mio mandato e sempre sui temi della giustizia”. I contatti furono anche legati alla possibile candidatura per la Corte Costituzionale: “E io risposi ‘Domine non sum dignus’, ma sarei stato disponibile. Poi, il Parlamento ha scelto un altro candidato”.



Nel corso del lungo dialogo, Carlo Nordio ha spiegato di essersi ispirato politicamente a Churchill e filosoficamente a Pascal, per poi soffermarsi sui cinque comandamenti che hanno guidato la sua esistenza: “Prima di tutto il coraggio: di portare avanti le proprie idee, di sostenerle costi quel che costi. Poi l’indulgenza benevola verso i difetti altrui. La necessità di essere curiosi. La dotta ignoranza: sapere di non sapere. Mai da ultimo la Pietas Cristiana”.



Carlo Nordio a tutto tondo

L’invidia sociale è il veleno più temibile per la società, ha proseguito Carlo Nordio, sottolineando che esistono degli antidoti: “Favorire il più possibile le opportunità delle pari condizioni di partenza cioè favorire i talenti naturali quando non possono essere assecondati per esempio dalla tua estrazione economico sociale. Come dice la Costituzione americana non assicurare la felicità, che è impossibile, ma la ricerca della facilità”. Ma non si fa abbastanza, ha aggiunto, considerando che oggi la meritocrazia rischia sempre di più di essere considerata un difetto e non un principio da assecondare. Soffermandosi sulla Giustizia, Carlo Nordio ha sottolineato che sono due i mali: la lentezza e l’incertezza del diritto, ma entrambi sono curabili.



Una battuta anche sulla soddisfazione per il suo mestiere: “Mi soddisfa di più l’ambizione di portare a termine le mie riforme garantiste. Pesa di più un ritmo e anche un tipo di lavoro completamente nuovo, sia dal punto di vista politico che da quello di organizzazione e direzione di una struttura enorme come un ministero. Per fortuna ho uno staff eccezionale. Però, diciamo, che la mente ci lavora sempre, anche quando stai nuotando pensi sempre che sei il Ministro della Giustizia”.