Carlo Nordio, noto giurista, è intervenuto per mezzo di una videointervista registrata nel corso della trasmissione di Rete Quattro “Quarta Repubblica”, condotta da Nicola Porro, nella quale è stato chiamato a dire la sua sul caso legato al proiettile sparato da un poliziotto a Roma due domeniche fa e che ha ferito alle gambe un uomo di colore, che minacciava gli agenti brandendo un lungo coltello in reverse grip, presa sottomano riconducibile a molti arti marziali armate e che viene adoperata da chi un pugnale lo sa usare sul serio.
In questi giorni è emersa la notizia che l’agente è indagato e Nordio ha manifestato tutta la propria contrarietà a tale decisione, pronunciando di fronte ai microfoni e alle telecamere del programma targato Mediaset le seguenti parole: “L’eccesso colposo di legittima difesa si ha quando vi è una sproporzione tra il mezzo utilizzato per difendersi e il mezzo dell’aggressore, in questo caso un coltellaccio che poteva uccidere. Il poliziotto, invece, ha sparato alle gambe”. Insomma, la sproporzione non ci sarebbe, a suo giudizio.
CARLO NORDIO: “NON C’ERANO ELEMENTI EVIDENTI PER ISCRIVERE IL POLIZIOTTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI”
Nel prosieguo del suo intervento a “Quarta Repubblica”, Carlo Nordio ha evidenziato che l’iscrizione del poliziotto autore dello sparo nel registro degli indagati non era per forza un atto dovuto: “In questo caso non c’erano elementi evidenti, si sarebbe potuto soprassedere”, ha asserito senza ricorrere a troppi espedienti della retorica e scegliendo, invece, di andare dritto al punto. Un altro aspetto scarsamente tollerabile di questa vicenda di cronaca, a giudizio del giurista, è da individuarsi nel fatto che la notizia dell’iscrizione dell’agente nel registro degli indagati non avrebbe dovuto essere data in pasto ai giornali e all’opinione pubblica.
“Questo – ha sottolineato Nordio, in chiusura di intervento – dimostra quantomeno un difetto di vigilanza e la conseguenza che il cittadino perda sempre di più la fiducia nella giustizia, e nel novero dei cittadini che purtroppo la smarriscono sono compresi anche i rappresentanti delle forze dell’ordine“.